C a p i t o l o  XI

 

DIVISIONI ALL'INTERNO DEL MOVIMENTO CATTOLICO CROATO

CONTROVERSIA LIGA-HOS (1925-1926)

 

 

 

DOCUMENTI

 

 

                                                                           1

 

            Lettera di Ivan Merz al Comitato centrale del Seniorato cattolico croato, Zagreb, 19 aprile 1926. - Copia in Arch. Merz, F2 - 8.

 

            In cima alla copia conservata Merz ha scritto: «Ho consegnato questa lettera al Seniorato per mezzo del dr. Maraković. Ho appreso che ha fatto una buona impressione. La lettera della signorina Stanković, dicono, ha fatto cattiva impressione». Non abbiamo la lettera della Stanković a quella "ultimativa" del dr. Matulić del 6 aprile.

 

 

            Spett.le Comitato centrale del Seniorato cattolico croato a Zagreb.

            Riguardo alle ultime difficoltà sorte nel Seniorato a causa del mio atteggiamento in alcune questioni del Movimento cattolico, ritengo necessario dichiarare quanto segue.

            Finora in alcune circostanze mi sono adoperato perché fossero introdotti nel Movimento cattolico alcuni cambiamenti di carattere organizzativo nel senso dell'Azione Cattolica. Con questo non intendevo negare al Seniorato quella funzione di guida nel Movimento cattolico, che gli assegna il nostro Episcopato.

            Sono convinto che alcuni cambiamenti nell'organizzazione sono necessari, al fine desiderato che il Seniorato in tal modo possa ancor meglio svolgere il suo grande compito a vantaggio dell'intero Movimento cattolico.

            Partendo da questo punto di vista, il mio lavoro in proposito è stato soprattutto di carattere informativo, e non ho voluto di propria testa eseguire nella prassi questi cambiamenti, dal momento che ero e sono tuttora del parere che tutti i cambiamenti possono essere effettuati solo dopo la decisione di tutti i fattori competenti.

            In particolare sottolineo che pubblicando i documenti riguardanti l'Azione Cattolica nel mondo, non ho mai pensato che il tipo di organizzazione dell'Azione Cattolica Italiana sia obbligatorio per noi. Tutto quanto viene asserito in questo senso, è solo conseguenza di un malinteso.

            La mia opinione sulla depolitizzazione dell'Azione Cattolica non è affatto diversa da quanto il rev.do sig. dr. Bakšić scrive in "Katolički List": «Le organizzazioni, dunque, che sono nell'ambito dell'azione cattolica, non hanno un fine puramente politico, non devono quindi occuparsi della politica di partito, esse però devono educare l'uomo all'esercizio dei suoi doveri politici... L'azione cattolica di conseguenza non è una organizzazione politica... Essa è una organizzazione del tutto autonoma, ma come istituzione educativa che deve istruire i propri membri su tutti i doveri che uno come cattolico deve osservare in famiglia e nello Stato, essa dà ai propri membri le direttive alle quali occorre attenersi anche nella vita politica» (23.XII.1925; p. 667).

            Penso che anche gli altri seniori condividano questa opinione, perché essa si deduce dalla natura stessa delle cose. In particolare dichiaro di non aver mai pensato che fosse necessario diminuire l'intensità dell'attuale azione politica, anzi sarei disposto a impegnarmi attivamente in essa anche in pubblico, se ciò fosse opportuno e necessario per la buona causa.

            In questo contesto e nello stesso spirito come le sopra citate parole del rev.do sig. dr. Bakšić, va intesa la nota pubblicata nella rivista belga "Effort" che, del resto, non doveva essere pubblicata. Essa è una importuna riproduzione di alcuni pensieri che avevo manifestato in una lettera privata al presidente della Gioventù Cattolica Belga. Tengo a sottolineare che il foglio belga non cita le mie parole, dalle quali si vedrebbe chiaramente che anche in quella lettera privata esprimo gli stessi concetti come il rev.do sig. dr. Bakšić nel passo citato.

            E' vero che dopo la Conferenza episcopale (11.IV. alle ore 15) sono stato dall'illustrissimo sig. vescovo Akšamović, il quale mi aveva chiamato, e che l'ho informato sulla situazione attuale nel Movimento cattolico. In questo passo non vedo nulla che possa essere condannato, e davanti a Dio sono conscio di non aver fatto alcuna dichiarazione in cui avrei mancato di carità verso il prossimo.

            Sono profondamente convinto che la carità e la concordia devono essere per i cattolici la norma suprema del loro lavoro; dove questo manca, sono inutili tutte le organizzazioni. E poiché c'è il pericolo che nei disaccordi sorti vengano interrotti i legami del nostro reciproco amore, ritengo di essere stato tenuto a dare al Comitato questa dichiarazione.

            Nel sacratissimo Cuore di Gesù... (I. Merz)

 

 

 

 

                                                                           2

 

            Lettera di Ivan Merz a mons. Ivan Ev. Šarić, arcivescovo di Sarajevo, Zagreb, 3 maggio 1926. - Copia in Arch. Merz, F53 - 23.

 

            Questa lettera è importante per capire il retroscena dell'intervento autoritati­vo e intransigente del Seniorato nella controversia Liga-HOS.

 

            Eccellentissimo Signor Arcivescovo,

            E' già notte tarda, sento però il dovere di informarLa degli eventi abbastanza importanti che si stanno verificando negli ultimi giorni nella centrale del Movimento cattolico.

            Pare che il Suo nuovo opuscolo[1] sia stato l'occasione perché il Comitato centrale del Seniorato decidesse di regolare i conti con il nuovo orientamento che con le Aquile sta entrando nella vita del nostro popolo. Bisogna ad ogni costo impedire la diffusione di questo nuovo spirito (e questo si manifesta nell'Azione Cattolica) e perciò bisogna con tutte le forze impedire la diffusione del movimento delle Aquile tra gli studenti medi.

            Doveva uscire l'"Orlovska straža" (Sentinella delle Aquile); il Seniorato lo ha proibito e i seniori nello HOS si sono sottomessi a questa proibizione. Per poco la signorina Stanković ed io non siamo stati espulsi dal Seniorato: lei, perché in "Za vjeru i dom" ha scritto che il movimento delle Aquile-ragazze deve diffondersi anche tra le alunne delle scuole medie, ed io, perché informo i vescovi, mentre non ho il diritto di farlo, avendo l'Episcopato nominato per l'Azione Cattolica l'ill.mo Njaradi, e se desidero informare qualcuno degli illustrissimi signori vescovi, lo devo fare attraverso il Seniorato all'ill.mo Njaradi. Le acque si sono un po' calmate.

            Ci sono stati anche altri dissensi minori, così che il p. Grabić OFM ci ha negato il convento di Makarska, precedentemente promesso, per il corso delle Aquile studenti medi, perché era stato informato contro le Aquile.[2] Abbiamo trasferito il corso a Požega, e improvvisa­mente riceviamo dal Seniorato di Požega il divieto di tenere ivi il corso finché non si risolva la controversia con la Liga.[3] Nel frattempo la difficoltà è stata superata, e il corso si terrà a Požega.

            Viene poi il Suo opuscolo in cui accenna che l'Episcopato discuterà la questione della Lega degli studenti di teologia. Sembra che sia sorto (nel Seniorato) il timore che anche la questione degli studenti medi venga riservata all'Episcopato, quindi con grande fretta è stata affrontata la questione delle Aquile studenti medi. E' stato deciso che le Aquile studenti medi devono cessare. E' stato istituito un comitato di liquidazione che deve attuare la liquidazione. I seniori Aquile che non si sottometteranno, devono trarre le conseguenze, cioè uscire dal Seniorato. I seniori Aquile sono d'accordo che tale decisione è illegale e che (la sua attuazione) sarebbe fatale per l'Azione Cattolica tra gli studenti medi; noi non possiamo accettarla, ma di questo terrore informeremo i nostri vescovi e i seniori in provincia.

            Questa è la situazione attuale sulla quale ho il dovere di informarLa. Della profondità del contrasto non parlo: Lei stessa sa che si tratta in realtà di due mondi che si sono scontrati. Perciò ritengo che anche la questione di questo grave dissidio deve essere affrontata dall'Episcopato, che deve risolverla autoritativamente. Contestualmente l'Episcopato dovrebbe affrontare anche la questione della competenza del Seniorato, forse chiedendo al Comitato del Seniorato di sottoporre il proprio Regolamento alla Conferenza Episcopale per l'approvazio­ne. L'unica cosa molto importante è che l'Ordinarius loci (di ­Zagreb) sia informato oggettivamente, e noi Aquile qui non lo possiamo fare. Il rev.mo sig. dr. Slamić è l'inviato ufficiale dell'Ordinarius loci nel Seniorato e sembra che tutte queste decisioni dirette contro l'organizzazione degli studenti medi delle Aquile abbiano una formale approvazione dal vescovo locale.

            Eccellentissimo Signore, Le comunico questo pregandoLa per un consiglio in questi momenti difficili, per l'aiuto delle Sue preghiere e perché eventualmente informi gli altri signori vescovi della grave crisi in cui è venuto a trovarsi il Movimento cattolico da noi.

            Per ora non parlo della base ideologica di tutti questi dissensi. E' chiaro che noi Aquile ci siamo messi al servizio della santa Chiesa, pronti ad aiutarla - con la grazia di Dio - nella diffusione del regno del suo divino Sposo. Non abbiamo alcun altro fine che quell'unico, principale, di unire con Gesù il più gran numero di anime. Perciò in questa questione come in tutte le altre ci sottomettiamo ai nostri vescovi, e se essi dicono che siamo sulla strada sbagliata, con cieca ubbidienza ascolteremo e faremo secondo il loro desiderio. Sottolineo questo perché conosco bene i miei compagni e so che gli ill.mi signori non devono usare nei nostri riguardi ragioni tattiche; abbiamo sempre insistito sull'ubbidienza all'autorità ecclesiastica e siamo pronti a dare l'esempio di tale ubbidienza anche quando ciò ci fosse difficile.

            Ci siamo decisi a questo difficile passo di resistenza perché siamo convinti che la salvezza delle anime affidateci ce lo richiede; persevereremo in questa resistenza fino a quando non avremo le istruzioni per la nostra ulteriore condotta dall'ill.mo Episcopato, al quale rispondiamo per il nostro lavoro.

            Si raccomanda nelle ss. preghiere il Suo nel Ss.mo Cuore devotissimo (I. Merz)

                                                                               

           

 

 

 

                                                                           3

 

            Lettera del p. Ambroz Vlahov OFMConv. a mons. Jerolim Mileta, vescovo di Šibenik, Zagreb, 24 maggio 1926. - Copia in Arch. Merz, F56 - 2.

 

            P. Ambroz Vlahov, nato nel 1895, ordinato sacerdote nel 1918, era membro della direzione dello HOS. Dopo che lo HOS si era rivolto all'arcivescovo Bauer (v. sorpa, 11 maggio), p. Vlahov informava il suo confratello di religione, il vescovo Mileta, sui dissensi sorti in seno al Movimento cattolico. Di questa lunga relazione riportiamo soltanto i passi più significativi, tralasciando i punti che vengono toccati nell'esposto dello HOS all'arcivesco­vo Bauer (v. infra, 4).

 

            Illustrissimo signore e fratello nel S. Padre (Francesco),

            Certamente avrà saputo che in quest'ultimo tempo sono avvenuti seri conflitti tra i membri che guidano il Movimento cattolico croato. Poiché noi a Zagreb abbiamo occasione di seguire da vicino il lavoro delle singole centrali, in cui si trovano i nostri Padri, riteniamo nostro dovere di informarLa come vescovo secondo coscienza dello stato delle cose. Ciò è necessario perché il dissidio sorto è stato riferito all'ecc.mo sig. dr. Bauer come Presidente della Conferenza Episcopale. Cercheremo di presentarLe in alcuni punti l'essenza della controversia.

            La Lega Croata delle Aquile sin dalla sua costituzione si è messa sulla base dell'Azione Cattolica, come la prescrive la Santa Sede e i nostri vescovi. Ciò si vede dal Libro d'oro croato. Questo Libro d'oro è dedicato all'Episcopato ed è stato ufficialmente lodato dalla Conferenza Episcopale.

            Le Aquile hanno cominciato a diffondersi in tutte le nostre regioni, e una delle ragioni importanti (di questa diffusione) sembra essere il fatto che esse (Aquile) si sono strettamente legate, nello spirito dell'Azione Cattolica, alla sacra Gerarchia e che... hanno insistito sulla necessità della Comunione mensile come minimum per la gioventù che vuole mantenersi esente dal peccato grave. Inoltre le Aquile per prime da noi, nello spirito dell'Azione Cattolica, hanno introdotto il sistema di assistenti spirituali ufficiali, che sono emissari dei vescovi e danno l'orientam­ento religioso-morale alle associazioni.

            Questo movimento delle Aquile si è così fortemente sviluppato che ha coinvolto anche gli studenti medi. Riteniamo che ci siano motivi naturali e soprannaturali per cui le Aquile hanno conquistato il 95 % di studenti medi.

            La Liga Cattolica Jugoslava degli Studenti medi ... per oltre un anno non ha fatto quasi niente... Il Distretto delle Aquile Studenti medi (di Mahnić) ha lavorato vivamente e si può dire che in buona parte è suo merito se il Movimento cattolico degli studenti medi non è scomparso. […]

            La controversia è nata tra i membri del Seniorato, e precisamente tra quelli che, da una parte, guidano le Aquile e gli altri che in genere vogliono ripristinare nel Movimento di studenti medi quello stato che esisteva prima dell'apparizione delle Aquile in Croazia.

            I seniori che guidano le Aquile ritengono di non poter acconsentire a ciò perché pensano che la questione dell'organizzazione sia importante per tutta l'Azione Cattolica Croata. Essi si sono sentiti obbligati a lasciare la soluzione di questo problema alla Conferenza Episcopale. In tal senso hanno consegnato un esposto all'ecc.mo dr. Antun Bauer, il quale ne ha preso visione e ha dichiarato che è suo desiderio che fino alla prossima Conferenza Episcopale rimanga lo status quo. […]

            Alla Presidenza delle Aquile si rimprovera soprattutto perché in questa controversia si è rivolta direttamente alla Conferenza Episcoaple. […]

           

            Nella Conclusione dell'esposto si auspica che l'Episcopato determini la competenza del Seniorato rispetto all'Azione Cattolica. A tal fine si propone che:

            L'ecc.mo dr. Bauer, quale Presidente della Conferenza Episcopale, chieda al Comitato centrale del Seniorato gli Statuti e il Regolamento del Seniorato con le sue proposte di eventuali modifiche da sottoporre alla Conferenza Episcopale per l'approvazione;

            che la prossima Conferenza Episcopale determini la posizione del Seniorato nell'ambito dell'Azione Cattolica;

            che l'ecc.mo dr. Bauer, quale Presidente della Conferenza Episcopale, esiga dal Comitato centrale del Seniorato di sospendere fino alle decisioni dell'Episcopato qualsiasi richiesta di cambiamento nelle organizzazioni che fanno parte dell'Azione Cattolica.

 

 

                                                                           4

 

            Lettera della Lega Croata delle Aquile (HOS) all'arcivescovo mons. Antun Bauer, Zagreb, 30 maggio 1926. - Copia in Arch. Merz, F2 - 17.

 

            Come già detto (v. sopra, Introd.: 7 giugno), questa lettera fu consegnata al vescovo ausiliare mons. Salis-Seewis, il quale il 2 giugno la consegnò all'arcivescovo Bauer.

           

            Eccellenza,

            Il 13 (11?) maggio c.a. Ella si è degnata di accettare l'indirizzo dei seniori che sono alla guida dello HOS e della SHO, in cui abbiamo informato sulla controversia sorta tra i seniori che guidano lo HOS e la maggioranza del Comitato del Seniorato cattolico croato. La controversia è nata in seguito alla decisione della maggioranza del Comitato del Seniorato di procedere subito al radicale riordinamento dell'intera organizzazione cattolica degli studenti medi, in modo che la Lega delle Aquile, che ora ha cura della maggior parte degli studenti cattolici, debba cessare ogni attività tra gli studenti. Da quando esiste l'organizzazio­ne croata delle Aquile, essa raccoglie anche la gioventù studentesca, come ha costatato anche l'intero Episcopato nella Conferenza episcopale tenuta a Zagreb dal 29.I. al 2.II.1924, dalla quale la Lega Croata delle Aquile ha ricevuto la decisione, in cui si dice espressamente:

            «L'Episcopato cattolico saluta la Lega Croata delle Aquile come organizzazione di tutta la gioventù cattolica, che desidera sotto le direttive supreme della Chiesa curare la corretta educazione della gioventù cattolica croata secondo i principi di Cristo, e parallela­mente con la propria formazione lottare contro gli avversari della santa fede  e della Chiesa».

            La Lega Croata delle Aquile (HOS) è stata costituita dalle associazioni studentesche e non studentesche il 16.XII.1923, e subito sono entrate in essa 18 associazioni delle Aquile studenti medi. Ancor prima della fondazione dello HOS, mentre l'organizzazione delle Aquile era sotto l'Orlovski Podsavez a Zagreb, fin dal raduno di Maribor (1920), dal primo giorno che le Aquile apparvero nelle nostre regioni croate, esse sono l'organizzazione di tutta la gioventù cattolica studentesca e non studentesca. Il primo corso delle Aquile nel 1920 era per gli studenti medi (ragazzi e, a parte, ragazze). Da allora gli studenti medi continuano a partecipare nell'organizzazione delle Aquile. Naturalmente, date le particolari necessità degli studenti, l'organizzazione ha dato ad essi anche una formazione particolare, fondando il Distretto delle Aquile Studenti medi, che attende alla particolare formazione specifica degli studenti. Così ordinata l'organizzazione delle Aquile, nonché le Aquile studenti medi hanno svolto il loro ruolo nel Movimento cattolico in modo positivo ed esemplare fino ad oggi. Di ciò ci assicurano i nostri sacerdoti che guidano le associazioni delle Aquile Studenti medi e che sono la migliore garanzia che la nostra visione è corretta.

            Questo è un rapido sguardo allo stato attuale del movimento degli studenti medi. Questo stato caratterizzato da vitalità, attività e sviluppo, secondo la decisione della maggioranza del Comitato del Seniorato e senza giustificati e fondati motivi dovrebbe essere modificato, e ciò di corsa, senza sentire prima nemmeno quegli assistenti spirituali e persone che lavorano con la gioventù studentesca e che sono i più interessati al problema. Tanto più se si tiene conto che lo stato attuale è buono e funziona esemplarmente, si poteva fare dei preparativi e consultare quelli che guidano queste associazioni, al fine di perfezionare qualche cosa, e ciò pian piano e con calma. La maggioranza del Comitato, che è composto per lo più di uomini che si occupano di altri rami del Movimento cattolico, ha deciso un tale cambiamento dello stato attuale che dovrebbe modificare non solo le basi dell'organizzazione studentesca esistente, ma anche le basi dell'intero movimento delle Aquile. E quel che è più fatale, queste decisioni dovrebbero essere eseguite subito , al più tardi fino alla fine di luglio, quando sarà tenuto a Dubrovnik il corso per gli studenti medi della Lega Cattolica Jugoslava di Studenti medi (Liga). La nostra posizione è che un tale cambiamento è fatale e dannoso, e che il Comitato del Seniorato ha oltrepassato i limiti della propria competenza, pregiudican­do la decisione dell'assemblea generale del Seniorato, alla quale ci siamo appellati, come anche dell'intero Episcopato, che è il solo competente a decidere della modifica della base e della struttura dell'organizzazione delle Aquile, che è il ramo principale dell'Azione Cattolica Croata. Una decisione dell'Episcopato, a nostro parere può essere modificata solo dall'Episco­pato stesso. Per queste ragioni, come anche per una ragione naturale, cioè che non bisogna toccare lo stato attuale che è buono, i seniori dello HOS e della SHO (ramo femminile delle Aquile) siamo stati pienamente convinti di non dover immediatamente eseguire le decisioni della maggioranza del Seniorato. Così pure abbiamo ritenuto nostro dovere di informare su tutto Vostra Eccellenza, pregandoLa di darci delle direttive, onde non dobbiamo passare all'esecuz­ione di queste inutili e illegali decisioni della maggioranza del Comitato del Seniorato. Vostra Eccellenza si è degnata di dichiarare che in tale questione deve rimanere lo status quo fino alla conferenza episcopale nell'autunno. Noi eravamo convinti che in tal modo la questione fosse indirizzata sulla via giusta e legale verso la soluzione.

            Solo in questi giorni, dopo aver ricevuto l'opuscolo della maggioranza del Comitato del Seniorato del 20.V.1926, abbiamo costatato che la maggioranza del Comitato non si è accontentata, ma ha proseguito per la strada intrapresa, al fine di eseguire le sue decisioni senza riguardo alle conseguenze che si creeranno nell'organizzazione (che la maggioranza non guida e nemmeno ne conosce la struttura). Non è stato espresso nemmeno il desiderio che prima venga convocata la conferenza degli assistenti spirituali e vere (guide) degli studenti medi cattolici. Senza consultazione, questa decisione fatta in pochi giorni doveva essere attuata. Non solo questo: nell'opuscolo troviamo pubblicato anche il memorandum che la maggioranza del Comitato del Seniorato ha consegnato a Vostra Eccellenza sull'argomento. Questo memorandum ci costringe ed esige da noi che, a difesa del nostro onore personale e della verità - prima di consegnare alla Conferenza episcopale una precisa relazione in merito (il che faremo a tempo debito) -  presentiamo qui solo alcune citazioni del Comitato nella luce in cui esse ci appaiono.

           

            Il corso di Krapanj.

            Durante le vacanze del 1925, dal 1 all'8 agosto il Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić (Mahnićevo Orlovsko Đačko Okružje) ha organizzato nell'isola di Krapanj il quinto corso delle Aquile per gli studenti medi. Conferenzieri erano il sig. dr. Velimir Deželić jr., il p. Grabić O.F.M., il dr. Protulipac, il rev.do Gunčević, il dr. Merz, il p. Bruno Foretić S.J., il dr. A. Ćepulić ecc. il corso è stato onorato dalla visita dell'ill.mo sig. dr. Mileta, ordinarius loci. Nel corso gli studenti medi, che erano 80, sono stati istruiti sulla preghiera liturgica, sui fondamenti dell'organizzazione cattolica culturale, e sui metodi di  educazione fisica della gioventù. Durante questo corso si è costatato che l'Organizzaz­ione delle Aquile per studenti medi aveva conquistato l'anima di tutta la gioventù studentesca e che l'Organizzazione delle Aquile è del tutto in grado di dare la necessaria educazione cattolica alla stragrande maggioranza di studenti medi. Ma poiché ci sono studenti che sono organizzati esclusiva­mente nella Liga, gli studenti di questo corso hanno espresso le loro vedute sulla propria organizzazione, in questo senso:

            1. E' stato costatato che gli studenti medi nell'attuale situazione hanno due centrali studentesche e che il 90 % di studenti medi si raccolgono intorno al Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić, mentre una parte esclusivamente intorno alla Liga, e che non esistono delle norme che obblighino gli studenti Aquile ad essere anche nelle organizzazioni della Liga, dal momento che la sola Organizzazione delle Aquile può completamente soddisfare le necessità dell'istruzione di studenti medi. Di conseguenza, quanto ad essere membri delle organizzazioni della Liga, gli studenti (del corso) hanno costatato che secondo lo stato attuale delle cose non sono tenuti ad essere, e nemmeno è necessario che siano, membri di altre organizzazioni di studenti medi.

            2. Hanno espresso il desiderio che la Liga sia riorganizzata in modo da diventare la centrale generale studentesca di coordinamento per i rami speciali del movimento cattolico studentesco (universitari, universitarie, aquile-ragazze, aquile-ragazzi, studenti di teologia ed altri). Questo loro desiderio hanno indirizzato ai competenti organi legali. In queste risoluzioni di Krapanj si dice espressamente:

            «Questa riorganizzazione dovrebbe rafforzare la compattezza dell'intero movimento cattolico croato degli studenti in tutte le organizzazioni, pertanto si incarica il Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić di adoperarsi attraverso la Lega Croata delle Aquile a trovare con la Lega Cattolica Jugoslava degli Studenti medi (Liga) una forma adatta per cercare, di mutua intesa, il modo di conservare l'unità dell'ideologia e l'unità dello sviluppo dell'intero Movimento studentesco cattolico croato. - Riteniamo che in questo modo la Liga cambierebbe la sua attuale forma organizzativa e diventerebbe principalmente una centrale di coordinamento di tutti i rami del movimento studentesco. La forma di questo riordinamen­to della Liga va trovata di comune accordo dagli inviati delle assemblee generali di tutte le organizzazioni in essa rappresentate».

            Da questo si vede chiaro che non è affatto il caso di parlare di metodi rivoluzionari e di «Putsch (tentativo di rivolta)» del raduno che sarebbe illegale, poiché non si tratta dell'opposizione alla legittima autorità, essendo la questione stata sottoposta alle assemblee generali in quanto autorità legali.

            Le risoluzioni degli studenti di Krapanj sottolineano l'importanza del problema del movimento studentesco e, se il presidente dello HOS ha pregato Vostra Eccellenza che tale questione non venga risolta di corsa, come lo volevano alcuni del Comitato del Seniorato, con ciò non è stato chiesto a Vostra Eccellenza di «legalizzare le risoluzioni...del raduno di Krapanj», tanto più che è scorretto dichiarare illegali questi desideri degli studenti.

            Quando venivano formulate le risoluzioni di Krapanj e immediata­mente dopo, nelle scuole medie non c'erano dissidi di nessun genere, poiché gli studenti medi quasi unanimemente stavano dietro a queste risoluzioni. A fortiori, da nessuna parte si avvertiva qualche forma di ostilità, solo nel "Domagoj" ci fu qualche discussione. Solo quando alcuni seniori tentarono, attraverso la Liga, di impedire l'attuale orientamento degli studenti e di riportarli ad ogni costo nelle organizzazioni della Liga, è sorta l'opposizione e qualche disturbo, ma senza gravi conseguenze per le stesse organizzazioni. Pertanto non sono esatte le affermazioni del Comitato che il dissidio e la confusione tra gli studenti medi sono stati conseguenza delle risoluzioni di Krapanj, ma al contrario questa agitazione degli aderenti alla Liga «ha avuto conseguenze negative per l'educazione e la disciplina..., se quotidianamente e anch'oggi peccano contro la carità del prossimo».

            Dobbiamo far presente che gli studenti si sono orientati verso le Aquile non solo perché l'organizzazione delle Aquile si è dimostrata più moderna (perché educa l'anima e il corpo dei giovani), ma anche perché il funzionamento della Liga è quasi venuto meno.

            La Liga era poco attiva, non rispondeva alle lettere, ed è comprensibile che gli studenti si sono orientati verso la centrale che aveva una migliore organizzazione. Non vogliamo però, Eccellenza, accusare nessuno per questa inattività della Liga, perché nella Liga lavorano soltanto gli universitari (senza alcun sacerdote), che oltre a combattere per la propria esistenza devono dare esami, mentre a disposizione della Lega delle Aquile ci sono tre sacerdoti, un medico, un giurista, un professore e un bel numero di uomini con spirito di sacrificio. La lega delle Aquile è riuscita così a sistemare le proprie finanze, mantiene nella cancelleria due persone a tempo pieno, le quali sbrigano la maggior parte del lavoro tecnico. La Liga non aveva né sacerdoti né la segreteria, che è indispensabile per ogni movimento organizzato.

            La Lega delle Aquile seguiva attentamente il lavoro degli studenti medi nella provincia; era in continua corrispondenza con i sacerdoti che guidano le associazioni delle Aquile. Proprio i sacerdoti erano del parere che bisognava facilitare il lavoro degli studenti nelle associazioni cattoliche e non chiedere loro, oltre ai loro doveri professionali, di essere in tre associazioni: (in una) religiosa (Congregazione mariana, Terz'Ordine), nella Liga e nell'organizzazio­ne delle Aquile. Gli stessi (sacerdoti) ci persuadevano che nelle circostanze attuali proprio l'organizzazione delle Aquile è la salvezza del movimento cattolico studentesco, per le seguenti ragioni:

            1. Il Sokol e lo sport hanno preso il sopravvento tra gli studenti medi talmente che è di vitale importanza preservare gli studenti dalla peste dell'indifferentismo religioso che regna nelle attuali associazioni sportive e dall'ateismo del Sokol. Se noi oggi non avremo cura anche dell'educazione fisica della gioventù, essa la cercherà altrove e sarà perduta per la s. Chiesa.

            2. Inoltre eravamo convinti che una buona educazione fisica fosse un mezzo naturale molto importante per l'educazione di una generazione casta, poiché aiuta i giovani a superare la crisi della pubertà e soddisfa la loro tendenza naturale a muoversi.

            La Lega delle Aquile, nello spirito dell'Azione Cattolica, inviava agli ecc.mi vescovi i resoconti sulla propria attività e dagli Ordinari riceveva ­riconoscimenti orali e scritti per questo lavoro. Infine, l'organizzazione delle Aquile - sia la centrale come anche le singole associazioni - aveva gli assistenti spirituali ufficialmente assegnati dall'Ordinario e agiva secondo le loro direttive. Questi legali interpreti della volontà dell'Ordinario, non solo non ci hanno consigliato di abbandonare il lavoro nelle associazioni studentesche delle Aquile, ma, al contrario, essi ci hanno incoraggiato a lavorare più intensamente alla salvezza e all'educazione degli studenti medi. La Lega delle Aquile è stata incoraggiata dai sacerdoti in questo senso specialmente quando aveva deciso di partecipare al pellegrinaggio a Roma con una sua rappresentanza. In quell'occasione la Lega delle Aquile ha impiegato tutte le sue forze per portare a Roma il più gran numero possibile di studenti medi, e ci è riuscita.

            L'osservazione secondo cui l'organizzazione delle Aquile tra gli studenti medi produrrebbe conseguenze negative per l'educazione e la disciplina, non la possiamo accettare. Vostra Eccellenza ne può essere informata nel miglior modo dai sacerdoti della provincia che guidano queste associazioni delle Aquile.

 

            L'autorità dello Stato.   

            Contro le Aquile si obietta che l'organizzazione è illegale di fronte allo Stato, e che i superiori ecclesiastici vengono messi in una posizione difficile se permettono l'attività di queste organizzazioni "illegali".

            E' vero che in alcuni luoghi le autorità statali ostacolano le associazioni studentesche delle Aquile. Ma altrettanto ostacolano anche il lavoro delle Congregazioni Mariane (S.N.(Gazzetta ufficiale) num.28.222 del 20.XI.1924), «poiché...non sono sotto la sorveglianza della competente autorità scolastica, mentre in linea di principio non è ammissibile che neanche sotto la sorveglianza dell'autorità scolastica gli studenti si radunino su base religiosa o tribale». Noi riteniamo illegale questo punto di vista dell'autorità statale, poiché offende i diritti naturali dei genitori e il diritto divino della Chiesa all'educazione dei bambini. Quando nel mese di aprile di quest'anno l'autorità statale ha notato - probabilmente dalla "Narodna politika" e da altri giornali - che la Liga cominciava a lavorare, subito ha mandato ai direttori scolastici il quesito, firmato dall'Ispettore per l'Istruzione f.f. il sig. Imhof, in cui si chiedevano informazioni sulle organizzazioni della Liga. Gli stessi direttori, ancor prima di questo, ostacolavano il lavoro delle organizza­zioni della Liga in alcune scuole, perché gli statuti della Liga, a cui si riferisce il Seniorato, sarebbero in contrasto con l'attuale disciplina. La Liga già da un paio di anni ha previsto negli statuti la possibilità di avere giovani leve (podmladak), eppure tali organizzazio­ni raramente osano apparire in pubblico.

            Da tutto ciò risulta che le autorità statali non sono disposte a vedere di buon occhio alcuna organizzazione cattolica che mostri una certa vitalità. Pensiamo che le organizzazioni sia della Liga che delle Aquile si trovino in una posizione difficile di fronte all'autorità dello Stato. Le organizzazioni delle Aquile però, anche sotto questo aspetto sono in una posizione migliore rispetto a quelle della Liga, in quanto:

            a) le associazioni studentesche delle Aquile, quali sezioni delle associazioni cittadine delle Aquile (entro le quali hanno la loro autonomia) potranno acquisire molto prima una base legale, per due motivi: aa) perché le associazioni cittadine delle Aquile hanno l'approvazione dell'autorità civile, bb) perché agli studenti medi è libero l'accesso nel Sokol, il che per noi costituisce un punto d'appoggio per chiedere altrettanto per le Aquile;

            b) in Slovenia in parecchi ginnasi le Aquile studenti lavorano liberamente.

            Il Comitato del Seniorato argomentando contro le Aquile con l'autorità statale manca di logica: mentre afferma che le Aquile sono illegali rispetto allo Stato, esige che tale organizzazione illegale entri nella centrale della Liga.

            Non riusciamo a vedere in che modo l'organizzazione studentesca delle Aquile sarebbe più protetta sotto la Liga che non sotto la Lega delle Aquile, rispettivamente sotto l'intera Unione Jugoslava delle Aquile.

            La Lega delle Aquile non ritiene illegali le associazioni delle Aquile, bensì considera illegale quel dispositivo dell'autorità civile che proibisce tali associazioni. Se dunque l'ecc.mo Episcopato ha autorizzato il lavoro dell'organizzazione studentesca delle Aquile, eo ipso ci ha confermato di non considerare illegale questa organizzazione. E se abbiamo pregato Vostra Eccellenza di lasciare che la prossima Conferenza episcopale decida sulla controversia HOS-Liga, pensiamo di non aver chiesto «una soluzione in contrasto con l'autorità statale», dal momento che questa controversia è una questione che riguarda la disciplina interna ecclesiastica e non cade sotto la competenza dell'autorità civile. E se quest'ultima pretendesse di immischiarsi in questo affare dell'Azione Cattolica, cioè della cura pastorale, tale intervento noi riterremmo illegale.

           

            I seminaristi.   

            Si è cercato di mostrare come l'organizzazione delle Aquile turba l'ordine interno nei seminari e viene in contrasto con i superiori, mentre le organizzazione della Liga per loro natura non incontrerebbero difficoltà nei seminari.

            Le Aquile, è vero, hanno esteso il loro lavoro anche ai seminaristi, per le stesse ragioni come alle altre organizzazioni. Con il permesso dei superiori dei seminari noi abbiamo accolto i seminaristi nella nostra struttura organizzativa. Abbiamo guidato queste associazioni ricevendo dai superiori riconoscimenti scritti sui buoni effetti dell'attività delle Aquile sulla gioventù seminaristica. Solo dopo che era sorto il dissidio tra la Liga e lo HOS, il rev.do sig. dr. Lončar, prefetto del seminario di Zagreb, ha pensato di risolvere questo problema abolendo le Aquile e fondando una nuova organizzazione. Anche noi riconosciamo che ai superiori del seminario spetta questo diritto, sebbene l'organizzazione delle Aquile ne possa subire qualche danno.

            Quando però le organizzazioni seminaristiche vennero sotto la competenza del Distretto delle Aquile Studenti medi, eravamo consapevoli che esse dovevano avere uno stato particolare. Fu deciso che uno studente di teologia guidasse i seminaristi autonomamente, sotto la sorveglianza dell'assistente spirituale che è, al tempo stesso, padre spirituale dei seminaristi di Zagreb. Infatti siamo profondamente persuasi che dal punto di vista disciplinare i seminaristi non appartengono né alla Liga né alle Aquile, le quali sono organizzazioni laicali. Essi quindi dovrebbero essere dipendenti da una centrale che sia esclusivamente nelle mani dei sacerdoti e studenti di teologia, la quale potrebbe essere in stretto rapporto anche con la Lega delle Aquile rispettivamente con il suo Distretto studentesco. Così i seminaristi potranno introdursi nei metodi di lavoro delle Aquile. Dal punto di vista organizzativo le cose possono essere facilmente sistemate.

            Ricordiamo inoltre che la Lega delle Aquile anche nella situazione attuale non perde di vista la necessità che nel lavoro con i seminaristi si tenga conto che occorre entusiasmarli per la loro vocazione sacerdotale e che questa vocazione già nel seminario esige da loro molti sacrifici, richiesti dalla loro particolare posizione. La Lega delle Aquile per principio proibisce ad essi di esibirsi nelle rappresentazioni e nei raduni. Così pure esige che essi in tutto siano sottomessi ai superiori dei seminari e alla disciplina interna. Quanto alla partecipazione ai raduni ecco il nostro parere: i raduni si tengono raramente (una volta all'anno) ed essi sono non soltanto manifestazioni delle Aquile ma anche manifestazioni del pensiero cattolico in genere; ad essi partecipano tutte le categorie. Queste manifestazioni pubbliche suscitano la coscienza religiosa e si tengono presso tutti i popoli. Abbiamo pensato di non poter proibire ai seminaristi di frequentare queste grandi manifestazioni cattoliche, in occasione delle quali di solito ci sono anche rappresentazioni ginniche. La cosa migliore è che i seminaristi vengano a tali manifestazioni accompagnati dai propri superiori.

 

            L'autorità ecclesiastica.   

            La Lega delle Aquile è stata accusata di sfruttare l'autorità ecclesiastica. Contro il suo presidente sono state formulate calunnie così gravi che tutti noi le rifiutiamo dichiarando che egli ha fatto tutto con l'approvazione e in accordo con i seniori della Lega delle Aquile e della SHO. Sorvolando su questa grande offesa personale, desideriamo informare Vostra Eccellenza sul nostro atteggiamento verso l'autorità ecclesiastica. Possiamo dire che le Aquile hanno cominciato a insistere sulla stretta collaborazione tra le organizza­zioni culturali cattoliche e l'Episcopato. Le Aquile sono state le prime a informare sistematicamente l'Episcopato del proprio lavoro. Le Aquile, forse anche con delle difficoltà, hanno introdotto il sistema di assistenti spirituali, dalla centrale alle singole associazioni. Per rafforzare ancora di più tra i membri la venerazione e l'amore verso il Capo della santa Chiesa, la Lega delle Aquile ha condotto a Roma centoventi giovani studenti e non studenti. Dopo tutto questo alla direzione delle Aquile si rimprovera lo sfruttamento dell'autorità ecclesiastica.  

            Si dice anche che non è opportuno che noi trattiamo con i vescovi direttamente, invece che per mezzo del Seniorato. Poiché il lavoro della Lega delle Aquile si estende a tutte le nostre diocesi, dobbiamo essere in diretta relazione con i vescovi locali, perché ciò ci viene richiesto. Lo giustificano la vita fiorente delle nostre organizzazioni e il nostro naturale legame, per mezzo degli assistenti spirituali, con l'organizzazione ecclesiastica. Dagli ecc.mi vescovi riceviamo continuamente ringraziamenti per le nostre relazioni scritte ed elogi per il nostro lavoro.

            Ci dispiace che proprio nelle associazioni della Liga si verificano i casi, di cui viene accusata l'organizzazione delle Aquile.

            Abbiamo nelle mani la lettera che sotto il num. 126 del 22.V.1926. il Segretariato della Liga per gli studenti di teologia ha mandato al comitato dell'organizzazione del seminario di Travnik, in cui leggiamo:

            «Devo comunicarvi la decisione del Seniorato confermata dalla Curia Arcivescovile di Zagreb come rappresentante dell'Episcopato. In base ad essa, ricordandovi l'autorità del Seniorato e dell'Episcopato, esigo da voi di ripristinare i vostri legami con il Segretariato per i teologi rispettivamente con la Liga, poiché questa decisione riconosce solo alla Liga il diritto di guidare le associazioni degli studenti medi, mentre lo proibisce allo HOS, rispettivamente al suo Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić. Non so se occorra domandare che cosa ne pensi la direzione dello HOS. Occorre ancora chiedere questo? Certo sono successe tante cose, però il comitato dello HOS si è sottomesso, quindi suppongo che vi sottometterete anche voi».

            Prescindiamo dal fatto che questa lettera istiga i seminaristi contro il proprio vescovo, il quale nella sua lettera alla Lega delle Aquile ha espresso il desiderio che questa guidi gli studenti nel territorio della sua diocesi (Lettera del 10.V.1926, nella quale si dice: «Anche alla gioventù scolastica. Io preferirei che anche la gioventù studentesca fosse raccolta intorno alla bandiera delle Aquile»).

            La stessa lettera del segretario degli studenti di teologia istiga i seminaristi contro i loro superiori, i quali desiderano che i loro seminaristi siano impegnati nelle Aquile perché, come ci scive il loro prefetto generale il 23.V. c.a.,

            «le nostre Aquile, sinceramente impegnate per i sublimi ideali di Cristo, vogliono diventare buoni sacerdoti, vogliono ancora di più entusiasmarsi essi stessi per Cristo e trasmettere questo entusiasmo agli altri».

            Altrettanto benefico influsso esercitano le Aquile sugli studenti medi del vostro collegio di Požega. Di questo possono informare a voce Vostra Eccellenza il prefetto di colà, come anche l'attuale prefetto degli studenti delle medie inferiori.

            Da tutto questo si vede che le Aquile si sottomettono all'ordine del seminario e rispettano l'autorità ecclesiastica. Se si tiene conto che le Aquile hanno i loro assistenti spirituali ufficialmente nominati che vegliano perché sia rispettata l'autorità ecclesiastica, mentre la Liga non ha introdotto assistenti spirituali nelle proprie organizzazioni, pensiamo di aver presentato abbastanza chiaramente i nostri rapporti con l'autorità ecclesiastica.

 

            Coeducazione.

            Tra gli appunti che si fanno all'organizzazione delle Aquile è anche la coeducazione. Nella lettera che il Comitato del Seniorato ha indirizzato a Vostra Eccellenza, come anche in base ad alcune lettere ufficiali della Liga (Lettera del Segretariato della Liga per gli studenti di teologia del 27.IV.1926. all'organizzazione a Travnik) pare che ci si rimproveri l'introduzione della coeducazione per mezzo delle Aquile. Perché si possa giudicare equamente la lotta dell'organizzazione delle Aquile contro la coeducazione dobbiamo sottolineare che proprio le Aquile hanno iniziato questa decisa lotta, che nelle organizzazioni della Liga finora non si è sufficientemente espressa. Sottolineiamo queste cose perché desideriamo sinceramente che gli errori dall'una e dall'altra parte siano corretti. Noi riteniamo un errore il fatto che la Liga nella sua attuale forma sia tuttora la centrale della gioventù maschile e femminile. Già il compianto vescovo Mahnić nella sua lettera di Maribor aveva rilevato che tra le organizzazioni maschili e femminili è sufficiente un legame sul piano delle idee. Oggi la Liga ha ancora per tutti gli studenti medi maschi e femmine lo stesso corpo legislativo ed esecutivo composto di delegati rispettivamente consiglieri di ambo i sessi, così che in tutti gli affari delle organizzazioni maschili e femminili decide lo stesso corpo legislativo ed esecutivo come se nell'educazione e nell'organizzazione della gioventù maschile e di quella femminile non ci fossero differenze. Se si tratta della coeducazione allora è facile vederla nelle sedute del comitato e nelle riunioni dei delegati della Liga, alle quali partecipano insieme gli studenti di teologia, gli universitari e le rappresentanti del ramo femminile del movimento degli studenti medi. Così pure la "Luč" è organo per i ragazzi e per le ragazze ed anche per gli studenti di teologia. Nelle nostre associazioni, al contrario, non esiste il caso in cui i maschi e le femmine abbiano una organizzazione comune, e ciò a partire dalle singole associazioni fino alla centrale; noi vietiamo severamente pure le rappresentazioni in cui abbiano parte uomini e donne, l'organizzazione dei corsi di ballo nelle nostre associazioni, e attendiamo le direttive dell'ecc.mo Episcopato riguardo ai balli moderni. Cerchiamo di eliminare radicalmente gli (eventuali) errori.

            Poiché nell'attuale Liga ci sono degli elementi che possono ritenersi coeducazione, pensiamo che anche questo sia un argomento importante per la riorganizzazione della Liga secondo la nostra proposta, che essa diventi la centrale di coordinamento dei rami del movimento di studenti medi. Secondo questo progetto anche le associazioni universitarie sarebbero ordinate secondo i sessi, mentre la Liga non sarebbe lasciata ad un comitato di giovani universitari e universitarie, che, sebbene essi stessi siano studenti, devono educare gli studenti medi cattolici. La Liga così riorganizzata rafforzerebbe l'unità del movimento studentesco. Su questo argomento ci permetteremo di presentare alla Conferenza episcopale un esposto ragionato.

 

            Conclusione.

            Sebbene i dissidi anche tra i figli della stessa Chiesa siano dolorosi, crediamo tuttavia che la Provvidenza divina li permetta, affinché i principi dimenticati vengano meglio rilevati e si trovi l'indirizzo più preciso per un futuro felice. Pertanto pensiamo che anche questa controversia sarà utile alla causa cattolica nell'avvenire. Se in queste tensioni i rapporti di carità verso il prossimo si sono quà e là indeboliti forse anche per colpa nostra, siamo disposti a far tutto perché la vera carità cattolica si instauri tra tutti noi.

            Ci siamo attenuti al principio audiatur et altera pars, non volendo minimamente pregiudicare il giudizio della Conferenza episcopale. Abbiamo lavorato tenendo presente sempre la gloria di Dio e l'interesse della santa Chiesa.

            Preghiamo Vostra Eccellenza di voler anche in questa occasione ricevere l'espressione del nostro filiale amore.

            A Zagreb, nella solennità della Ss.ma Trinità (30.V.) 1926.

 

 

                                                                           5

  

            Lettera dello HOS al Comitato del Seniorato, Zagreb, Solennità della Ss.ma Trinità (30.V.) 1926. - Copia in Arch. Merz, F1 - 18.

 

            La direzione dello HOS, rimettendo al Comitato del Seniorato il proprio opuscolo in risposta a quello del Seniorato, lo informa di aver presentato all'arcivescovo Bauer il commento al memorandum del Seniorato (v. supra, 4).

 

            Quando abbiamo consegnato al Comitato il nostro appello all'assemblea generale, rispettivamente l'informazione che nella questione della controversia Liga-HOS abbiamo fatto visita all'ecc.mo arcivescovo di Zagreb, eravamo convinti che con questo nostro passo la controversia fosse indirizzata sulla via legale verso la soluzione. Per questa ragione ci ha molto sorpresi l'opuscolo che la maggioranza del Comitato Direttivo del Seniorato ha pubblicato il 20 maggio 1926. Da questo opuscolo abbiamo costatato che il Comitato Direttivo non ha fatto propria questa, a nostro parere unica via legale, bensì ha continuato a combattere perché senza dilazione venissero attuate le sue decisioni. Ma più di tutto ci ha rattristato il fatto che questo opuscolo del Comitato è non solo unilaterale e in molte cose inesatto, ma che in esso, anzi, ci siano molte calunnie personali e gravi offese rivolte ai singoli tra di noi. Sebbene l'onore personale esigerebbe da noi di protestare nel modo più energico contro tale metodo di lotta, con cui sembra si voglia ridurre la questione di principio ad una questione personale, noi non l'abbiamo fatto, ma solo per i nostri compagni nella provincia abbiamo fatto un esposto del nostro punto di vista su tale questione, che alleghiamo.

            Riteniamo che per la difesa dell'onore personale e della verità avevamo il dovere di consegnare all'ecc.mo signor arcivescovo il nostro commento al memorandum che il Comitato ha rimesso all'ecc.mo arcivescovo.

            Noi speriamo che il Comitato si renderà conto che è nell'interesse della causa cattolica  e dell'unità del movimento che il problema venga risolto pian piano e con calma, ciò che noi particolarmente auspichiamo.            

 

 

                                                                           6

 

            Lettera del p. Ambroz Vlahov al vescovo Jerolim Mileta, Zagreb, 17 luglio 1926. - Copia in Arch. Merz, F56 - 1.

 

            Illustrissimo Signore e fratello in S. Padre (Francesco),

            Già ho mandato una relazione sugli avvenimenti di Zagreb, relativi al ramo giovanile dell'Azione Cattolica - le Aquile. In quest'ultimo tempo sono accadute cose terribili, così che c'era il pericolo e c'è tuttora che quell'Azione Cattolica che con tanta fatica si è riusciti a creare, venga demolita e che diventi impossibile ogni idea di qualche lavoro organizzato negli strati più larghi. […]

            Esporrò le cose come le vedo in quanto sacerdote e inoltre in quanto lavoro nella Presidenza della Lega delle Aquile e guido le associazioni delle Aquile, quindi so come le direttive della Presidenza influiscono sull'educazione della gioventù.

            Il Seniorato ha imposto alla Lega delle Aquile di lasciare gli studenti medi e di consegnarli alla Liga Cattolica Jugoslava. Il Seniorato è convinto che deve assicurarsi le giovani leve, e se non ha in mano gli studenti medi, il suo futuro è compromesso. Questa è la ragione principale per cui è divampata questa lotta proprio intorno agli studenti medi. Il Seniorato sa che le Aquile educano diversamente dall'ideologia del Seniorato, perché le Aquile stanno sulla posizione dell'Azione Cattolica e hanno attuato tutti i principi dell'Azione Cattolica nel proprio sistema organizzativo: l'obbligo di almeno una s. Comunione al mese, gli assistenti spirituali che ufficialmente rappresentano l'Ordinario, l'orientamento gerarchico. E molti sacerdoti che si occupano della cura pastorale dei giovani dicono che tra la gioventù è venuto uno spirito nuovo da quando le Aquile l'hanno entusiasmata; è un piacere ad es. guardare nella chiesa di S. Biagio (Sv. Blaž) e in altre chiese come le Aquile, ragazzi e ragazze, con le loro bianche croci sul petto, si accostano ai santi sacramenti. Dove l'Aquilismo è penetrato tra la gioventù, il cattolicesimo è diventato per essa quache cosa di concreto; essa vive per l'Aquilismo e con ciò vive per la Chiesa. […]

            Questo è un nuovo spirito, che era lo spirito del vescovo Mahnić, ma che l'attuale Seniorato non capisce... Essi (seniori) immaginavano le Aquile come una organizzazione per operai e contadini, su base cattolica, ma nella quale non si chiederebbe più di quanto si esige dagli altri fedeli. Questa è la concezione dei seniori-politici, che sono attualmente onnipotenti in tutto il movimento cattolico e terrorizzano le Aquile. Questa concezione dei seniori si oppone alle attuali Aquile, che è una organizzazione sociale-apostolica e non educa i propri membri solo ad essere buoni elettori del Partito Popolare, ma ad amare la Chiesa, la sua vita sacramentale, a suscitare in ogni membro la convinzione che tutto deve esser guardato in vista dell'eternità, della salvezza delle anime, in vista della Chiesa che conquista i popoli e alla quale bisogna associarsi nella conquista delle anime. Da qui viene quell'entusiasmo della gioventù per le Aquile: sentono che la loro vita riceve un senso, che sono inseriti in un esercito, sotto il supremo comandante Gesù Cristo, sotto il Papa, (sotto) i vescovi.

            I Seniori politici sentono che questa nuova mentalità entra nelle Aquile, che gli studenti medi non hanno per il Seniorato quei sentimenti che esso vorrebbe. […]

            Il Seniorato ha nelle mani tutta la stampa del Partito Popolare... Ha minacciato di continuare la campagna pubblica contro le Aquile se la Direzione non cede; ciò significhereb­be distruggere non solo il movimento delle Aquile, che in così breve tempo ha procurato nella Chiesa tante anime apostoliche, ma tutto il movimento cattolico. La campagna giornalistica contro le Aquile in realtà è già cominciata. La prova ne sono gli articoli del dr. Šimrak sul "Katolički List" contro il dr. Kniewald.[4] Occorre, infatti, annientare il dr. Kniewald, che più degli altri si è adoperato per l'Azione Cattolica e che in "Vrhbosna" ha scritto un'articolo in cui si vede che sostiene la concezione delle Aquile. Se si distrugge l'autorità di Kniewald, si pensa che con lui deve cadere anche la concezione delle Aquile. […] Ritengo che il dr. Kniewald nei suoi articoli si è sempre servito di argomenti della S. Sede e dei vescovi, mentre dal dr. Šimrak (si hanno) attacchi personali e non veri argomenti. […]

            I dirigenti delle Aquile si sono spaventati di fronte a questo metodo di lotta. Meglio cedere che permettere lo sfacelo completo. Perché, se non avessero ceduto sarebbero esclusi dal Seniorato, tutta la stampa del Partito Popolare sarebbe contro le Aquile, il clero non oserebbe opporsi al Seniorato, e - sinceramente parlando - nemmeno gli ecc.mi signori vescovi si intrometterebbero facilmente nel vespaio del Seniorato.

            Io da parte mia non ho voluto firmare l'accordo, perché non permetto che un Seniorato laico mi dia istruzioni nelle questioni della cura pastorale. Ero membro del Seniorato perché credevo necessario che i sacerdoti e i laici discutessero sul modo di lavorare di comune accordo; adesso vedo chiaramente che al sacerdote non c'è posto nel Seniorato, perché esso è chiesa nella Chiesa, assumendosi le prerogative dei vescovi e dando direttive prescindendo dai vescovi. I vescovi lodano le Aquile, le incoraggiano di lavorare nella direzione intrapresa, mentre il Seniorato proibisce perché esso ha la giurisdizione sul movimento cattolico. […]

            Come sacerdote io non potevo firmare l'accordo che hanno firmato i laici sotto la pressione morale, riservandosi il diritto di sottoporre l'accettazione definitiva al forum competente, cioè ai vescovi. Essi quindi sperano che i vescovi prenderanno adesso la questione nelle proprie mani e che libereranno categoricamente e realmente le Aquile dalla giurisdizione laico-politica del Seniorato. […]

 

                                                                           7

 

            Lettera del Seniorato al comitato del Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić, Zagreb, 25 luglio 1926. - Orig.in Arch. Merz, F1 - 33.

 

            Questa lettera del Seniorato, firmata dal vicepresidente V. Gortan e dal segretario M. Matulić, ha per scopo di ottenere dallo HOS che le associazioni di studenti medi delle Aquile vengano sotto la competenza e il controllo della Liga. Riportiamo solo una parte del documento, dove è chiaramente espressa questa intenzione del Seniorato, tralasciando i dettagli che per il nostro assunto sono secondari. La lettera termina con l'augurio che il prossimo corso organizzato dal Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić (MĐOO) a Požega e l'assemblea generale delle Aquile abbiano successo "per il bene dell'organizzazione cattolica degli studenti medi, delle Aquile croate, dell'Azione Cattolica Croata e dell'intero movimento croato".       

 

            Il comitato della Lega Cattolica Jugoslava degli Studenti medi (Liga) con lettera del 3 maggio si è rivolto al Seniorato cattolico croato pregandolo per un giudizio di merito e autoritativo, che ripristinasse l'unità perturbata del movimento cattolico croato degli studenti medi e normalizzasse la situazione nell'organizzazione cattolica croata di studenti medi.

            Il Seniorato cattolico croato come organizzazione di operatori cattolici croati nella vita pubblica considera gli studenti medi cattolici croati come nucleo della propria giovane generazione. Gli studenti medi e universitari sono i futuri seniori e membri del Seniorato. Essi saranno collaboratori e commilitoni e compagni degli odierni seniori cattolici. Perciò il Seniorato ha sempre dedicato e dedica particolare cura agli studenti medi croati. Il Seniorato è sempre stato nel più stretto contatto con gli studenti medi cattolici croati. Il Seniorato deve rilevare con gioia che anche gli studenti medi hanno sempre compreso correttamente il proprio dovere verso il Seniorato, chiedevano consiglio al Seniorato in tutte le circostanze più importanti e si subordinavano alle sue decisioni.

            Anche il padre del movimento cattolico croato il vescovo dr. Mahnić ha raccomandato al Seniorato cattolico croato di avere particolare cura degli studenti medi cattolici croati. […]

            L'assioma del movimento cattolico croato è la sua unità. […] Condizioni di questa unità spirituale e organizzativa è l'unità e la concordia nel movimento cattolico croato degli studenti medi.          

            Tenendo presente questo principio, il Seniorato consiglia che gli studenti organizzino nelle scuole medie e nell'università le organizzazioni unitarie di studenti medi, rispettivamen­te di studenti universitari. Queste organizzazioni e associazioni siano membri della Lega Cattolica Jugoslava di Studenti (Liga), che come organizzazione madre e professionale deve provvedere all'educazione ideologica e alla formazione intellettuale di tutti gli studenti cattolici croati, e l'organo "Luč" sia destinato a tutti gli studenti croati. Fuori della Liga non ci sono organizzazioni studentesche cattoliche croate né studenti cattolici croati organizzati.

 

            Posto questo principio, cioè che gli studenti possono essere organizzati solo nelle associzioni della Liga, si propone un sistema di collaborazione tra lo HOS e la Liga, per concludere:

 

            Con questo consiglio il Seniorato desidera che, da una parte, si stabilisca l'unità ideologica e organizzativa degli studenti medi cattolici croati, e dall'altra parte che all'organizzazione delle Aquile, d'accordo con la Liga come organizzazione madre degli studenti medi, sia lasciato tale influsso sugli studenti medi cattolici croati sì che essi possano formarsi per essere operatori in questa organizzazione. […]

                                  

 

 

                                                                           8

 

            Risoluzioni dell'assemblea generale del Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić, Požega, 6 agosto 1926. - Copia in Arch. Merz, F1 - 34.

 

            Nelle risoluzioni si dichiara l'obbedienza alla gerarchia ecclesiastica, e solo riconoscenza al Seniorato. L'organizzazione delle Aquile cercherà di dare una formazione completa ai propri membri. Gli studenti Aquile desiderano anch'essi l'unità entro il movimento cattolico e l'Azione Cattolica. Insomma, non sotto ma alla pari con la Liga, rispett. con il Seniorato.

 

            L'assemblea generale del Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić (MĐOO) tenuta a Požega l'8 agosto 1926 dichiara quanto segue:

            1. MĐOO di nuovo esprime il suo amore e la piena obbedienza al Santo Padre il Papa e ai vescovi, e si dichiara pronto a lavorare sempre e in tutte le circostanze secondo le decisioni e direttive del Santo Padre, dell'Episcopato e dei vescovi locali.

            2. Gli studenti medi Aquile esprimono la loro riconoscenza al Seniorato cattolico croato, che al movimento delle Aquile ha dato i seniori, con cui essi lavorano nel più perfetto accordo per gli ideali del movimento cattolico croato e dell'Azione Cattolica.

            3. MĐOO cercherà di dare ai propri membri una completa istruzione e di prepararli per il lavoro in tutti i campi dell'Azione Cattolica e del movimento cattolico croato.

            4. Nel prossimo anno bisogna dedicare particolare attenzione allo studio della vita di s. Francesco e del suo spirito e partecipare alle manifestazioni francescane. Ai membri bisogna raccomandare di iscriversi al Terz'Ordine di S. Francesco.

            5. Gli studenti medi Aquile desiderano l'unità degli studenti cattolici entro il movimento cattolico croato e l'Azione Cattolica. Per realizzare l'unità del movimento studentesco cattolico si decide che il presidente e un consigliere del MĐOO siano delegati nella Liga, e si desidera che la Liga mandi ugualmente i suoi delegati nel comitato del MĐOO. Questa decisione sarà messa in pratica non appena la Liga prenderà una decisione analoga. Nel decidere sul tipo di una organizzazione studentesca locale bisogna tener conto anche dei desideri degli studenti e delle circostanze locali.

 

 

                                                                           9

 

            Relazione del prof. dr. Josip Gunčević sui vantaggi dell'organizzazione delle Aquile per gli studenti medi, rispetto alle organizzazioni studentesche della Liga,(8 agosto 1926). - Autografo in Arch. Merz, F1 - 39.  

 

            Josip Gunčević, sacerdote della diocesi di Đakovo (n. 1895, ord. sac. 1918) era professore di religione e come tale affrontava quotidianamente i problemi della gioventù studentesca. Il documento che pubblichiamo in estratti, non è una lettera; manca infatti qualsiasi elemento caratteristico per una lettara, come l'indicazione del destinatario, il luogo e la data nonché la chiusa. Si tratta evidentemente di una relazione scritta, forse letta in occasione del raduno delle Aquile a Požega (7-8 agosto 1926). Sull'autografo c'è la data: 8.VIII.26., scritta con matita blu, forse dallo stesso Merz, nel cui archivio la relazione è conservata.

            La relazione è scritta su quattro fogli, formato protocollo; l'ultimo foglio è riempito solo per un terzo.

           

            (I.) Il compianto vescovo Mahnić ha organizzato il movimento cattolico in Croazia e nel suo lavoro si è appoggiato sugli studenti medi, così che in Croazia la storia del movimento cattolico significa storia del movimento studentesco cattolico. Da queste organizzazioni di studenti medi si sono poi reclutati i membri del Seniorato, della Lega nazionale croata cattolica, dell'Azione economica, dell'Azione politica ecc.

            Scopo di queste organizzazioni di studenti medi era di educare la gioventù nello spirito cattolico e di preservarla dal liberalismo e dal modernismo, che allora cominciava a penetrare nella Croazia dall'estero. Perciò in queste organizzazioni prevaleva l'interesse culturale.

            Dopo la guerra in tutto il mondo si è imposto l'interesse per la ginnastica e lo sport. La gioventù corre nelle associazioni ginniche del "Sokol" e nei club sportivi. Specialmente la gioventù delle scuole medie ama il Sokol e lo sport, e nemmeno i genitori stessi, molto meno la Chiesa sono in grado di distoglierla da questo. La miglior prova ne è che anche la lettera dei Vescovi contro il Sokol non ha trovato alcun ascolto né presso i genitori, che si sentono impotenti rispetto ai figli, e ancor meno presso la gioventù.

            Poiché il Sokol è liberale, e lo sport rude, anche noi abbiamo sentito chiaramente il dovere di tirare fuori la gioventù dalle associazioni ginniche del liberale Sokol e di iscriverla nelle associazioni ginniche delle Aquile cattoliche.

            Gli studenti medi, finora organizzati nelle associazioni cattoliche (della Liga = culturali) passavano in massa nelle associazioni delle Aquile e attiravano in queste associazioni anche quella gioventù che finora era nel Sokol a causa della ginnastica, e non era liberale, poi tutti gli indifferenti e quelli che si tenevano da parte. Ci sono molti casi nelle scuole medie in cui nel Sokol si trovano buoni studenti (figli di genitori buoni cattolici) che non sono liberali, ma rimangono nel Sokol solo a causa della ginnastica e non vogliono passare nelle Aquile, perché queste non dispongono di attrezzi per esercizi ginnici; e delle organizzazioni culturali non è il caso nemmeno di parlare loro. Poiché il sistema organizzati­vo non è un dogma, bensì una questione in evoluzione, anche noi operatori nelle scuole medie siamo pervenuti alla convinzione che oggi, nelle attuali circostanze, è possibile realizzare il programma: omnia restaurare in Christo - per mezzo delle organizzazioni delle Aquile. Dicendo ciò, non affermiamo che questo sia l'unico modo di salvare la gioventù anche per tutto l'avvenire, e nemmeno che questo doveva essere l'unico per il passato, ma (diciamo) per il prossimo futuro.

 

            II. Vantaggi delle organizzazioni delle Aquile rispetto a quelle della Liga.

            1. Ginnastica. (In 12 righe riassume i vantaggi della ginnastica per l'educazione della gioventù).

            2. Ruolo delle associazioni delle Aquile nel campo culturale. (Afferma, tra l'altro, che le associzioni delle Aquile in questo campo sono "se non sopra, certamente alla pari" con le associazioni della Liga).

            3. L'aspetto religioso-morale-educativo delle organizzazioni cattoliche delle Aquile.

            Ogni associazione delle Aquile deve avere il proprio assistente spirituale - sacerdote, che assiste a tutte le riunioni, in tutte le questioni ha il diritto di voto consultivo, e nelle questioni spirituali il diritto di "veto". Viene nominato dall'Ordinario. Le organizzazioni della Liga non ce l'hanno, perché esse sono guidate dai seniori, che non devono necessariamente essere sacerdoti, o gli studenti sono abbandonati a se stessi.

            Le Aquile sono obbligati a confessarsi una volta al mese e ad accedere insieme alla s. Comunione, partecipare agli esercizi spirituali, alle processioni ed altre manifestazioni religiose.

            Questo è dunque un'associazione religioso-culturale e di ginnastica, mentre le associazioni della Liga sono culturali su base religiosa. Per oggi in ogni modo sono da preferire le associazioni di ginnastica e religiose che sono attive anche sul piano culturale.

 

            III. Dissidio tra la Liga e la Lega croata delle Aquile (Liga-HOS).

            Quando i membri delle organizzazioni della Liga hanno conosciuto le Aquile, specialmente dopo il raduno di Maribor, hanno cominciato a passare nelle associazioni studentesche delle Aquile. E poiché le organizzazioni studentesche delle Aquile includono e notevolmente allargano il raggio d'azione delle organizzazioni della Liga per gli studenti medi, questi abbandonavano la Liga e le sue associazioni. Un anno fa, nel corso delle Aquile a Krapanj hanno espresso nelle risoluzioni il desiderio (che oggi viene maliziosamente chiamato "Putsch",[5] come se nelle nostre file non ci fosse posto per le proposte e risoluzioni) che nelle scuole medie venissero istituite le associazioni di un tipo, e precisamente delle Aquile, perché queste nel proprio lavoro includono e allargano il lavoro delle associazioni della Liga oggi, e sono più attuali anche per il prossimo futuro. In queste risoluzioni si chiede che la Liga e la Lega delle Aquile risolvano la questione di mutua intesa. Dunque non può esserci una proposta più umile, e anche realmente più giustificata.

            In seguito a questo i rappresentanti della Liga hanno iniziato uno strano lavoro contro le Aquile quasi si trattasse dell'interesse dell'intero movimento cattolico in Croazia.

            La mia opinione personale è che tutti gli argomenti dei rappresentanti e difensori della Liga sono deboli rispetto a quei grandi vantaggi che le associazioni delle Aquile hanno nel loro lavoro religioso e di ginnastica nelle scuole medie.

            La Liga ha un grande merito storico per il movimento cattolico e ciò le viene riconosciuto dalle Aquile, essa però non è una guida eterna per la gioventù.  

            Nelle scuole medie bisogna introdurre le associazioni delle Aquile che abbiano i membri ginnasti e non ginnasti. I non ginnasti perseguono il fine religioso e culturale, e i ginnasti anche quello di ginnastica. Oppure per i non ginnasti lasciare le organizzazioni della Liga.

            Le associazioni studentesche delle Aquile devono essere sottoposte alla Lega Croata delle Aquile, che per gli studenti medi ha il Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić.

            Tutte le ingerenze innaturali della Liga nella Lega Croata delle Aquile, rispettivamen­te nel Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić riteniamo un'inimicizia non solo contro le Aquile, ma anche contro il movimento cattolico in genere.

            Penso che le ragioni che muovono i rappresentanti e i difensori dell'ingerenza della Liga nello HOS non sono quelle vere e uniche, ma che dietro ad esse ci sono alcuni altri e personali momenti, che farebbero luce su tutta questa vicenda, se fossero resi pubblici.

            Vi prego di perseverare nella lotta - noi vogliamo le pure associazioni delle Aquile, perché per noi, insegnanti di religione, esse sono un mezzo migliore per la rinascita della gioventù.

                                                                               Josip Gunčević, professore-insegnante di religione

 

 

                                                                          10

 

            Lettera di Ivan Merz al dr. Protulipac, (Đakovo ?), 21 agosto 1926. - Pubblicata in Kniewald, Sluga Božji Ivan Merz, Zagreb 1988, p. 229-231.[6]

 

            Kniewald, nella biografia di Ivan Merz, riferisce di averlo visto piangere quando il dr. Protulipac e il dr. I. Jakovljević a nome dello HOS avevano fatto l'"accordo" con il Seniorato, secondo cui lo HOS si sarebbe sottomesso al Seniorato e starebbe sotto la sua autorità. (Sull'accordo si veda la lettera di p. Vlahov del 17 luglio, sopra, 6). «Quando ha saputo di questo accordo, Ivan è scoppiato in pianto. Tremava tutto come se avesse la febbre. Alcune volte ha ripetuto: "Davvero tutto è stato invano...in­vano..., non c'è un'altra via d'uscita?" L'ho...consolato dicendo di comprendere la sua tristezza nel vedere distrutto tutto quello che con tanto sacrificio era stato edificato, ma che non deve perdere la speranza che il Signore farà superare allo HOS anche questa crisi. E infatti, questo accordo doveva essere reso pubblico nell'assemblea generale a Požega. Il dr. Merz, il dr. Ćepulić, il dr. Protulipac e la presidenza del ramo femminile delle Aquile erano consapevoli che questo accordo significava la liquidazione delle Aquile, come le prevedeva il Libro d'oro. Dopo essersi consultati con le Aquile più fidate decisero che l'accordo non fosse reso pubblico nell'assemblea generale».

            Nella seduta del Seniorato del 16 agosto 1926 il dr. Protulipac fu escluso dal Seniorato. Il giorno dopo Protulipac scrisse a Merz, il quale si trovava in Slavonia: «Come ragione principale della mia esclusione adducono (il fatto) che non ho lasciato leggere l"accordo"».[7] E Merz, nella lettera all'arcivescovo Bauer dell'8 ottobre 1926 (v. infra, 12) precisa che Protulipac fu escluso dal Seniorato, «perché a Požega durante il corso per gli studenti medi non ha fatto leggere la lettera che il Seniorato aveva indirizzato al Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić». L'"accordo", dunque, era sostanzialmente contenuto in quella lettera del Seniorato (v. sopra, 7). Nel verbale della seduta del Seniorato del 16 agosto, invece, si dice che Protulipac è stato escluso dal Seniorato: «1. perché il dr. Protulipac dopo il raduno di Požega non veniva alle sedute alle quali era invitato, 2. perché sosteneva il dissidio tra le organizzazioni di studenti medi, 3. perché i risultati (le risoluzioni) del Distretto delle Aquile studenti medi di Mahnić sono in contrasto con l'accordo» (v. sopra, 16 agosto).

            Merz il 21 agosto rispondeva a Protulipac:

 

            Caro Ivo,

            Grazie per la lettera del 17.VIII. in cui mi comunichi di essere stato escluso dal Seniorato perché non hai consentito che venisse letto l'accordo. Sarebbe coerente che tutti fossimo esclusi dal Seniorato, poiché noi tutti eravamo del parere che l'accordo non andasse letto. Se, dunque, i seniori dello HOS pensano che sarebbe prudente scrivere in questo senso al comitato del Seniorato, potete mettere anche la mia firma.

            Ritengo che non ci siano più molte ragioni per essere membri del Seniorato. Se escludono anche gli altri, la situazione non sarà gran che cambiata.

            Questo però per noi dev'essere l'occasione per attaccarci di più alla sacra gerarchia. Oltre ai frutti soprannaturali che ne avremo, c'è la necessità di coordinare il lavoro di tutti gli operatori culturali, delle istituzioni, del movimento. Il movimento delle Aquile non è l'unico fattore dell'apostolato dei laici... Poiché il Seniorato nella forma attuale non può soddisfare queste esigenze, non ci resta che attaccarci fermamente alla gerarchia - senza guardare se tutti i vescovi siano pienamente consapevoli delle esigenze dell'Azione Cattolica, perché appartiene all'essenza della vita cattolica che tutto ciò che è cattolico, volendo o nolendo, sia concentrato nel vescovo come nel suo punto focale. Forse noi in certi casi concreti non vediamo l'utilità per le Aquile di appoggiarsi ai vescovi; forse sembra che questo ricorrere ai vescovi potrebbe portare a delle conclusioni contrarie (s'intende, apparentemente!) agli interessi delle Aquile, tuttavia la costituzione divina della Chiesa ci garantisce che la rinascita cattolica corretta, normale e ordinaria deve avere nel vescovo la sua sorgente...

            La nostra azione di difesa dobbiamo ridurla al minimo e dobbiamo dedicare il tempo principalmente all'edificazione positiva dell'Aquilismo... Quanto agli studenti medi Aquile, dobbiamo stare molto attenti. C'è un doppio pericolo per lo studente-Aquila: primo, che troppo giovane si getti nell'azione, prima di aver avuto tempo di formarsi sufficientemente; e secondo, che ogni studente-Aquila si formi la persuasione che l'ideale consista nell'essere organizzatore delle Aquile, e pertanto chi non ha questo dono debba essere considerato inferiore...

            Finché i vescovi non decidono circa la competenza del Seniorato, non ci sarà calma, ci sarà lotta infruttuosa che ci rovinerà le forze morali e fisiche. Pertanto dobbiamo adoperarci soprattutto perché la prossima Conferenza episcopale finalmente risolva tale questione. Nel frattempo restiamo tranquilli. Ritengo però che noi seniori dello HOS e le seniori della SHO abbiamo il dovere di coscienza di risolvere la questione del Seniorato abbandonan­do alla volontà di Dio la decisione dei vescovi. Noi dovremmo esporre ai vescovi la struttura del Seniorato e come questa impedisce lo sviluppo tranquillo delle organizzazioni cattoliche da noi. Dobbiamo porre ai vescovi le domande, se il Seniorato abbia la competenza sullo HOS, se - secondo le ultime disposizioni della Santa Sede in merito all'Azione Cattolica - l'azione partitico-politica possa nel Seniorato essere unita sul piano disciplinare con la cura pastorale  e con l'Azione Cattolica? Occorre inoltre esporre le difficoltà legate al giuramento, che non può essere letteralmente osservato, poiché ciascuno interpreta a modo suo questo giuramento e così la santità del giuramento viene profanata in una maniera proprio desolante.

            Un'altra difficoltà per noi laici deriva dal fatto che nelle questioni dell'Azione Cattolica i sacerdoti sono membri uguali a noi, e abbiamo occasione di vedere come i sacerdoti davanti a noi difendono e assumono posizioni contraddittorie. In tal modo si svilisce l'autorità dei sacerdoti e invece di avere un orientamento episcopo-centrico - e, di conseguenza, unitario - essi prendono il loro orientamento dai laici, così che i laici danno l'orientamento alla cura pastorale anziché i vescovi. Bisogna opportunamente formulare queste indicazioni e difficoltà e con la firma dei seniori dello HOS e delle seniori della SHO presentare alla Conferenza episcopale... Se qualche vescovo ritiene inopportuna questa lettera, le lotte di quest'ultimo tempo ci hanno convinto che soltanto una risposta energica dei vescovi può mettere fine ad esse. Noi in ogni caso accetteremo volentieri questa risposta, perché per noi la norma suprema è la parola della Chiesa, e non l'Aquilismo.

            Infine: se siamo fortemente inimicati con il Seniorato, non lo dobbiamo essere con i seniori. Pertanto occorre anche in avanti, anche più che finora, lavorare d'accordo con i seniori che sono attivi nel campo culturale in qualunque ramo del movimento cattolico. Penso soprattutto a Ljuba Maraković, Grgec, Matulić, Pećnjak. Con questo non intendo dire che fin da ora bisogna lasciare ad essi la parola decisiva nella nostra organizzazione, dobbiamo però aver contatto con loro e cercare di riempire con amore l'abisso psicologico che ci separa. Quando avremo ripristinato communionem cordium, potremo continuare a lavorare insieme... Preghiamo in particolare i loro e i nostri Angeli custodi perché ci aiutino a superare questo infelice abisso psicologico che separa i fratelli...

            Dio vive! Tuo in Cristo

            Nella festa di s. Giovanna Francesca Chantal 1926.                                                       I. Merz        

 

 

 

                                                                          11

 

            Appunto di Ivan Merz sulla sua esclusione dal Seniorato, 1 ottobre 1926. - Autografo in Arch. Merz, F1 - 42.

 

            Stasera alle ore 20, subito dopo la riunione della Congregazione Mariana, il compagno dr. Matulić mi ha informato che sono stato escluso dal Distretto del Seniorato di Zagreb in base al colloquio che egli ha avuto con me qualche giorno fa (penso il 23. IX alle ore 13). In questo colloquio ho sottolineato che l'Azione Cattolica fa parte della cura pastorale e che appartiene alla competenza dei vescovi. Se il Seniorato ha qualche ingerenza nell'Azione Cattolica, ce l'ha soltanto per delega dell'Episcopato.

            Il dr. Matulić non era d'accordo e affermava che nell'Azione Cattolica ci sono degli elementi che non appartengono alla competenza dei vescovi, ma a quella del Seniorato. Così ad es. l'ideologia nazionale del movimento cattolico.

            Quando gli dissi che l'orientamento nazionale (che in questo caso significa orientamento partitico-politico) rispetto al fine essenziale della Chiesa, che aiuta l'Azione Cattolica, è una cosa molto accidentale, e che questo (orientamento) non deve dividere le file dell'Azione Cattolica, il compagno Matulić non era d'accordo, ponendo sempre l'accento sull'autorità del Seniorato in certi affari dell'Azione Cattolica, che a suo giudizio non sono di competenza dei vescovi.

            In seguito a questo colloquio sono stato escluso (dal Seniorato), secondo l'espressa dichiarazione del dr. Matulić.

            Questa sera mi ha detto anche che il Seniorato agisce con conoscenza dell'Ordinario del luogo, poiché alle sedute partecipa il dr. Slamić. Gli ho fatto presente che, ciò nonostante, l'arcivescovo Bauer non viene informato dal dr. Slamić di tutto quello che accade nel Seniorato. Questo è un affare dell'arcivescovo Bauer - disse il dr. Matulić - se egli non desidera essere informato diversamente.

 

 

                                                                          12

 

            Lettera di Ivan Merz all'arcivescovo Antun Bauer, Zagreb, 8 ottobre 1926. - Copia in Arch. Merz, F1 - 44.

 

            Eccellenza,

            La sera del 1 ottobre il segretario del Seniorato dr. M. Matulić mi ha comunicato che sono stato escluso dal Seniorato in base ad un colloquio avuto con lui e del quale egli ha informato il Comitato. Quanto ricordo, ho avuto questo colloquio con lui il 23 settembre 1926 alle ore 13, e ho difeso la tesi: se il Seniorato ha qualche autorità sull'Azione Cattolica, essa gli è stata delegata dai Vescovi. Il dr. Matulić non è stato del tutto d'accordo con questa opinione, dichiarando che nell'Azione Cattolica c'è tutto un complesso di questioni che non sono di competenza dei Vescovi, bensì del Movimento cattolico, rispettivamente della maggioranza del Seniorato. Così ad es. i Vescovi non determineranno l'ideologia nazionale dell'Azione Cattolica, ma le organizzazioni dell'Azione Cattolica (ad es. le Aquile) nella loro ideologia nazionale devono seguire le direttive del Seniorato.

            Poiché il Seniorato in quest'ultimo tempo, nelle sue decisioni e nelle soluzioni dell'attuale controversia si appella sempre all'autorità Vostra, sembra che sono stato escluso (dal Seniorato) con la conoscenza e con l'approvazione di Vostra Eccellenza.

            Perciò prego Vostra Eccellenza come mio Ordinario del luogo di dirmi se l'atto del Seniorato sia stato fatto con Vostra conoscenza?

            Al tempo stesso comunico a Vostra Eccellenza che il dr. Ivo Protulipac, presidente della Lega Croata delle Aquile, prima di me è stato escluso dal Seniorato, perché a Požega durante il corso per gli studenti medi non ha fatto leggere la lettera che il Seniorato aveva indirizzato al Distretto strudentesco delle Aquile di Mahnić. Inoltre i seniori che sono nella presidenza dello HOS e della SHO hanno perso i diritti nel Seniorato: non possono partecipare alle sedute e gli altri seniori nei loro riguardi sono legati dal giuramento del Seniorato.

            L'altro giorno ho avuto gli statuti del Seniorato (Sen. Vjesnik del maggio 1919). Nel § 1. si dice che il Seniorato è "il forum supremo dell'azione cattolica organizzata in patria e crea l'ideologia del movimento, dà indirizzo a tutto il lavoro culturale sociale ed anche politico dei propri membri". Poiché dalle direttive della Santa Sede, del nostro Episcopato e dalle risoluzioni del sinodo di Zagreb risulta proprio il contrario, cioè che forum supremo dell'Azione Cattolica è l'Episcopato, e che l'Episcopato crea l'ideologia, chiedo che mi sia chiarito se gli Statuti del Seniorato abbiano il placet dell'autorità ecclesiastica, e se, di conseguenza, il giuramento che tanti sacerdoti e tanti laici hanno firmato - che anch'io ho firmato non conoscendo il § 1. di questi statuti - sia giuridicamente valido. Lo desidero sapere per l'informazione della mia coscienza. (...)

                                                                    _________

            Testo del giuramento:

            Ho firmano con mia mano in segno di aver fatto questo

                                                                 GIURAMENTO

            Giuro per Dio Trino che custodirò come segreto tutto ciò che riguarda il Seniorato, anche nel caso che cessi di essere membro del Seniorato.

            Mi obbligo a osservare l'incondizionata disciplina dell'intera organizzazione, a compiere i doveri che essa mi prescrive, e dichiaro di considerarmi pienamente responsabile al "Seniorato cattolico croato" di tutta la mia vita pubblica e privata e del mio lavoro.

            E' obbligatorio tenere segreto anche il "Sen. Vjesnik" e il suo contenuto.

            A............, il..........19..

                                                                       ---------

            P.S. Prego che la seconda parte della mia domanda sulla validità giuridica del giuramento sia considerata come una questione di coscienza.

 

 

                                                                          13

 

            Lettera di Ivan Merz all'Ordinariato arcivescovile di Zagreb, Zagreb, 10 ottobre 1926. - Copia in Arch. Merz, F2 - 45.

 

            Questa lettera è una "retractatio" di Merz, scritta su esplicita domanda del rev.do Pećnjak. In sostanza essa è un'ulteriore prova della delicatezza di coscienza di Merz, pronto a riconoscere il proprio errore, in verità involontario, e a ripararlo.

            Nella lettera egli spiega com'è stato possibile il malinteso, che ora corregge. Nella prima parte cita degli estratti dall'opuscolo del Seniorato del 20 maggio 1926, dove si dice che il comitato del Seniorato ha agito per sollecitazione del dr. Slamić, persona di fiducia dell'arcivescovo Bauer, e che il 4 maggio il rev.do Pećnjak ha dichiarato che il comitato ha il diritto e il dovere di risolvere la controversia Liga-HOS. Stjepan Barić ha quindi proposto, tra l'altro, che non si devono fondare nuove associazioni delle Aquile per gli studenti medi; il rev.do Pećnjak in seguito si è dichiarato d'accordo con tale proposta (p. 12). Inoltre nell'opuscolo si dice che "Per quanto ci consta, l'Episcopato non ha mai deciso che la Liga cessa di essere l'unico rappresentante di studenti medi" (p. 17). "E il comitato del Seniorato e l'assemblea generale hanno sempre agito nello spirito delle direttive dei propri superiori ecclesiastici" (p. 19). Infine, il segretariato della Liga per gli studenti di teologia (a firma di J. Buturac) afferma espressamente che la decisione del Seniorato, secondo cui solo alla Liga spetta il diritto di guidare le associazioni di studenti medi ed è invece proibito al Distretto delle Aquile, è stata confermata dalla Curia arcivescovi­le di Zagreb, quale rappresentante dell'Episcopato. La lettera quindi continua:

 

            In quel tempo, ma comunque prima della Solennità del Sacro Cuore di Gesù (1926), il rev.do Pećnjak ha parlato con me sulla controversia e ha espresso la meraviglia che la direzione dello HOS non si sottomette alle decisioni del Seniorato, dal momento che il Seniorato agisce sempre d'intesa con l'Ordinario del luogo. Per quanto ricordo, ha detto che le Aquile lavorano contro l'intenzione dell'Ordinario del luogo, il quale ha il diritto di proibire sul suo territorio il lavoro del Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić, anche se esso estendesse il proprio lavoro solo nelle altre diocesi. - Questa idea, a cui non avevo mai pensato, mi ha così impressionato che ho avuto timore che l'ecc.mo sig. arcivescovo avesse di fatto proibito il lavoro della Centrale delle Aquile per gli studenti medi (come ciò risulta dalla lettera firmata dallo studente di teologia Buturac) o che abbia l'intenzione di proibirla. Di conseguenza, il rev.do sig. Pećnjak a me non ha dichiarato "che l'arcivescovo nella sua diocesi abolisce le Aquile di studenti medi e che non tollera sul proprio territorio nemmeno la centrale delle Aquile Studenti medi per le altre diocesi". - Poiché il rev.do sig. Pećnjak sosteneva che il Seniorato aveva il placet dell'Ordinario del luogo per il suo lavoro (che in questo caso era diretto all'abolizione dell'autonomia del Distretto delle Aquile Studenti medi) e poiché il rev.do sig. Pećnjak era d'accordo con la posizione del Seniorato nei confronti delle Aquile, era comprensibile, ed è ancor più comprensibile in base alla lettera dello studente di teologia Buturac (dove si parla espressamente della proibizione del lavoro del Distretto delle Aquile Studenti medi), che dalle parole del rev.do sig. Pećnjak io abbia dedotto quanto sopra sulla proibizione già fatta o che eventualmente potrebbe seguire.

            Questa lettera la invio su esplicito desiderio del rev.do sig. Pećnjak, il quale mi ha pregato di menzionare la suddetta affermazione, scritta dal rev.do sig. dr. Kniewald. Sono profondamente convinto che il rev.do Pećnjak non ha dichiarato nulla che non fosse conforme allo stato reale delle cose. Imputo solo a me stesso se, a causa della disposizione psicologica di quei giorni, quando si faceva tanta pressione sulle Aquile da parte del Seniorato, io ho concluso dalle parole del rev.do Pećnjak più di quanto egli ha detto. Il colloquio con il rev.do Pećnjak l'ho riferito al rev.do dr. Kniewald, il quale non l'ha riprodotto e formulato esattamente.[8]

            Con distinta stima nel Ss.mo Cuore devotissimo...

           

 

                                                                          14

 

            Comunicazione dell'arcivescovo Bauer alla Presidenza della Liga, Zagreb, 21 ottobre 1926.

 

            In merito alla controversia HOS-Liga, la Conferenza Episcopale ha deciso nel senso auspicato dallo HOS, e l'arcivescovo mons. Bauer lo comunica alla Presidenza della Liga nei seguenti termini.

 

            Con la presente si comunica alla distinta Presidenza che l'Episcopato del regno S.C.S. ha emanato la seguente decisione in merito all'organizzazione delle Aquile Studenti medi:

            Non è opportuno pronunciare condanne contro qualunque tipo di organizzazione di studenti medi. Gli interessi del Movimento cattolico richiedono categoricamente che agli studenti medi di ambo i sessi sia riconosciuta la libertà di decidere in quale tipo desiderano collaborare nell'Azione Cattolica, ma che ogni tipo di organizzazione di studenti medi sia rappresentato nella Liga degli studenti medi tramite la propria presidenza. L'Episcopato è fermamente convinto che la conservazione dell'unità dell'organizzazione delle Aquile è la condizione essenziale per il successo dell'Azione Cattolica in tutti gli strati e ceti della gioventù croata, perciò desidera che i capi della Lega Croata delle Aquile e della SHO (ramo femminile delle Aquile) diffondano in tutte le regioni l'organizzazione unitaria e che siano riconosciuti come centrali professionali e disciplinari degli studenti medi e della gioventù cittadina, poiché le Aquile presso gli altri popoli, specialmente presso i fratelli Sloveni hanno tale struttura.

            La Presidenza della Conferenza Episcopale spera che nelle file degli studenti medi si creeranno buoni rapporti, come conviene ai giovani ideali, i quali hanno il compito di profittare dei vari mezzi dell'organizzazione per il progresso della vita sociale nell'Azione Cattolica secondo le parole del s. Apostolo: "Aemulamini charismata meliora".

            A Zagreb, 21 ottobre 1926.

                                                                   Dr. Antun Bauer, presidente della Conferenza Episcopale.

            Alla distinta Presidenza della Liga - Zagreb.

 

 

                                                                          15

 

            Comunicazione dell'arcivescovo Bauer alla Presidenza del Seniorato, Zagreb, 21 ottobre 1926. - Copia in Arch. Merz, F2 - 1.      

 

            La Conferenza Episcopale ha deciso anche di chiedere al Seniorato di modificare i propri Statuti per poter collaborare nell'Azione Cattolica.

 

            Presidenza della Conferenza Episcopale

            Pr. num. 206.

 

            Alla distinta Presidenza del Seniorato - Zagreb.

            Con riferimento alla decisione dell'Episcopato cattolico nella Conferenza del 1925,[9] l'Episcopato nella sua seduta del 18 ottobre c.a. ha deciso di introdurre in tutte le diocesi l'Azione Cattolica secondo le direttive della Santa Sede. L'Episcopato cattolico, apprezzando i notevoli meriti del Seniorato per i bei succesi nel movimento cattolico, desidera che il Seniorato continui a collaborare nell'Azione Cattolica. Siccome però l'Azione Cattolica a tenore dei suoi statuti è organizzazione extrapartitica delle associazioni cattoliche culturali e d'istruzione, mentre il Seniorato ha incluso nel proprio programma accanto al lavoro culturale anche il lavoro di partito politico, si prega la distinta organizzazione del Seniorato di voler modificare i propri statuti così che il Seniorato come unità d'élite di seniori cattolici possa collaborare nell'Azione Cattolica. S'intende che ai seniori come anche agli altri uomini che sono membri dell'Azione Cattolica è libero di far parte delle organizzazioni politiche, il cui programma è conforme ai principi della Chiesa cattolica.

            A Zagreb, il 21 ottobre 1926.

                                               Antun, m.p.

                       Arcivescovo, Presidente della Conferenza Episcopale                   

 

                                                                          

 

                                                                          16

 

            Lettera di Ivan Merz alla Signorina (Marica Stanković[10]), Zagreb, 22 ottobre 1926. - Copia In Arch. Merz, F2 - 2a.

 

            Gentile Signorina,

            (...) In allegato Le mando le due risoluzioni per informazione. Inoltre il dr. Maraković, il dr. Matulić, nonché Protulipac ed io siamo stati convocati dall'ecc.mo arcivescovo. Questo incontro era molto importante. L'ecc.mo Bauer e l'ill.mo Akšamović desideravano che fossimo insieme, ma il dr. Maraković e Matulić non hanno voluto in alcun modo essere insieme con noi nell'udienza, così che l'arcivescovo Bauer, come mi è sembrato, era molto triste a causa di questo. Mi sembra che egli abbia voluto vedere con i propri occhi la riconciliazione. Anche noi ci siamo molto meravigliati che i nostri fratelli non abbiano voluto venire insieme davanti al comune pastore.

            Il colloquio tra l'ecc.mo Bauer, l'ill.mo Akšamović, Protulipac e me è durato un quarto d'ora, forse di più. L'arcivescovo ci ha spiegato il progetto dell'Azione Cattolica, come sarà organizzata nelle parrocchie e diocesi. Poi ci hanno raccomandato di promuovere la pace tra gli studenti medi, perché non litighino. Il vescovo Akšamović ha chiesto qual'è il motivo più profondo della lotta tra gli studenti dei due tipi di organizzazione. Protulipac ha osservato che si tratta solo della lotta nel Seniorato, la quale ha avuto riflessi sul Domagoj e oltre.

            Ho chiesto quindi, tra l'altro, se il Seniorato rimarrà una organizzazione segreta con giuramento. L'ecc.mo Bauer mi ha risposto che il Seniorato deve cambiare i suoi statuti (non può essere il forum supremo dell'Azione Cattolica) e dopo la conferma di questi statuti i Vescovi vedranno che cosa sarà con il segreto e il giuramento. Di conseguenza ho avuto l'impressione che fino alla conferma dei nuovi statuti il Seniorato può lavorare come finora, ma non come il forum supremo dell'Azione Cattolica e senza politica. (Però stando alla formulazione (del testo) che hanno ricevuto, si potrebbe interpretare così che fino al cambiamento degli statuti possono continuare a lavorare nell'ambito attuale). Inoltre il vescovo Akšamović mi ha detto davanti all'ecc.mo Bauer, che il giuramento non obbliga giuridicamente e che è invalido, e se non sono tranquillo in coscienza posso scrivere al mio Ordinario o al Vicario generale ed egli mi risponderà per iscritto che il giuramento del Seniorato non è valido.

            Voi ambedue rimanete forti; l'avvenire ci riserva forse croci più pesanti. Perciò continuiamo a pregare gli uni per gli altri. In Cristo Signore devotissimo (I. Merz)

 

 

                                                                          17

 

            Mons. Dominik Premuš risponde a Ivan Merz in merito al giuramento del Seniorato, Zagreb, 29 ottobre 1926. - Autografo in Arch. Merz, F2 - 5.

 

            Secondo il suggerimento del vescovo Akšamović, il 26 ottobre Merz si rivolse con lettera al Vicario generale di Zagreb, mons. Dominik Premuš, chiedendo una risposta autorevole circa la validità del giuramento prestato nel Seniorato. Mons. Premuš rispose in questi termini:

 

            Stimato Signor Dottore,

            Al Suo quesito postomi nella lettera del 26 c.m. rispondo secondo la mia scienza e convinzione, che il giuramento di cui si tratta, obbliga chiunque l'abbia prestato.

            Rimango con distinta stima dev.mo in Cristo

                                                                                          Dr. Dominik Premuš, vescovo, vicario gen.

            ____________

 

            In fondo alla lettera, Merz di sua mano ha aggiunto:

            Alcuni giorni dopo mi ha fermato l'ill.mo Premuš. Quando gli ho detto che avevo prestato il giuramento dopo la Ubi arcano Dei, non mi ha dato una risposta definitiva (alla questione) se (il giuramento) obbliga o non obbliga.

 

 

 

 

 

 

 

 


 


    [1] Dr. Ivan Šarić, Za Katoličku Akciju (Per l'Azione Cattolica), Sarajevo 1926, p. 29. - Il dr. D. Kniewald, recensendo l'opuscolo in "Bogoslovska Smotra" (Ephemerides Theologicae) XIV, 1926, num. 2, p. 257s, scrive: «Il primo opuscolo dell'arcivescovo di Sarajevo dr. Šarić sull'A.C., pubblicato un anno fa, ha avuto tale successo che oggi la sua concezione del Movimento cattolico e dell'Azione Cattolica è universalmente accettata nelle linee generali. Adesso viene l'attuazione pratica di questi principi generali e di ciò tratta questo secondo opuscolo in maniera molto chiara e aperta, illustrando tutte le questioni concrete, che sono emerse in questa direzione. Per contrastare alcune voci, l'arcivescovo espressamente dichiara che non devono guidarci né il tipo italiano (dell'A.C.) né quello tedesco, bensì le direttive e raccomandazioni del S. Padre (2). L'arcivescovo parla del nuovo motto della "Luč" e della questione se gli studenti di teologia possano essere membri della Lega Jugoslava Cattolica di Studenti medi (qual'è oggi), rilevando che i vescovi risolveranno questa questione insieme con la S. Sede (9).(...)».  

    [2] Nella seduta della Presidenza dello HOS del 21 marzo 1926 fu deciso, previo accordo con il p. Grabić OFM, che il corso delle Aquile per gli studenti medi fosse tenuto nel convento dei francescani a Makarska.

    [3] Il 26 marzo 1926, il dr. Đuro Kuntarić, a nome del Distretto delle Aquile di Požega, scriveva allo HOS a Zagreb: «Il Seniorato cattolico a Požega non può in alcun modo approvare i frequenti dissidi tra lo H.O.S. e il Seniorato cattolico in genere e quello di Zagreb in particolare, che sono adesso di nuovo sorti quando si parla della pubblicazione di "Orlovska straža". Pertanto non è il caso di parlare di qualche manifestazione, e molto meno del raduno delle Aquile a Požega, finché il Seniorato di Požega non avrà ricevuto da quello di Zagreb l'informazione scritta che il dissidio è stato completamente superato». Autografo in Arch. Merz, F1 - 4.

    [4] Gli articoli del dr. Šimrak erano apparsi sul "Katolički List" num. 27 e 28, rispett. dell'8 e del 15 luglio 1926. Ma prima di riferirci ad essi, notiamo che il dr. Kniewald già dal 1923 aveva cominciato a studiare ex professo le questioni riguardanti l'Azione Cattolica. Quando poi nel 1925 pubblicò una serie di articoli sull'argomento ("Katolički List" 1925, num. 20, 21, 22, 24, 25), non mancarono reazioni da parte dei seniori. In proposito egli annota nel diario il 27.VI.1925: «L'agitazione è grande, non tanto perché sono uscito dalla riserva, ma per il discorso aperto che viene giudicato come un attacco frontale al Seniorato e al Partito Popolare Croato. E non è né l'uno né l'altro, ma semplicemente la mia opinione sul Movimento cattolico e sull'Azione Cattolica da noi, basata sul lungo studio delle direttive della S. Sede. In particolare mi rimproverano l'articolo nel num. 25 sull'Azione Cattolica e la politica, vedendo in esso un attacco diretto al Seniorato e al Partito Popolare Croato nonché l'attacco personale al dr. Šimrak e a Petar Grgec. Tutto questo non è vero. Non condivido il parere del dr. Šimrak e di Petar Grgec né l'indirizzo del Seniorato nella guida del Movimento cattolico, ma le mie esposizioni sono concrete e, nelle mie intezioni, riguardano solo la sostanza della cosa, e per nulla le persone. Sono anche argomentate, per cui ancora spero che nel Seniorato prevalga la corrente, sebbene poco numerosa, rappresentata dal dr. Merz». -- Il 31.XII.1925. Kniewald annota nel diario: «Su "Bogoslovska Smotra" esce il mio articolo Problem modernog apostolata. Il dr. Merz ha osservato che restringo troppo la competenza dei vescovi sulle organizzazioni cattoliche. Forse ha ragione, solo che anch'io sono ancora troppo sotto l'impressione delle nostre tradizioni e dell'attuale posizione del Seniorato. Ho mandato un estratto al Nunzio a Belgrado. Il dr. Bakšić, come redattore del "Katolički List", ha fortemente attaccato il mio articolo prima che uscisse. Semplicemente l'ha letto in tipografia e l'ha attaccato in anticipo, per paralizzarne l'influsso. Non c'è dubbio, la cosa sta diventando seria e lo scontro ideologico appare inevitabile. Tutto fa prevvedere che dall'altra parte sarà dato a tutto una caratteristica personale e probabilmente mi copriranno di minacce personali, di oltraggi e di persecuzioni... Il dr. Bakšić non vuole stampare sul "Katolički List" la mia risposta, perché lo avrebbe proibito l'arcivescovo. Al posto di questa è stata stampata una confusa "Dichiarazione" comune, che ciascuno può interpretare come vuole». -- Su "Vrhbosna" del 20 giugno 1926 usciva l'articolo di Kniewald (firmato S.R.) Organizacijski problemi Hrvatske Katoličke Akcije (Problemi di organizzazione dell'Azione Cattolica Croata); nello stesso numero veniva stampato un altro articolo - non firmato, ma dovuto certamente a Kniewald - dal titolo Šta je i šta hoće Katolička Akcija (Che cosa è e che cosa vuole l'Azione Cattolica), composto di estratti dai documenti della S. Sede e dei vescovi croati. Il dr. Šimrak reagì con due articoli su "Katolički List", num. 27 (Movimento Cattolico Croato e la gerarchia ecclesiastica ) e 28 (Mov. Catt. Croato e l'A.C.), rispett. dell'8 e del 15 luglio 1926. Senza alcun reale fondamento, Šimrak parla "dell'attacco... del dr. Kniewald" (nota 1, nel num. 27), per giustificare il proprio vero attacco anche alla persona di Kniewald. Questi, nel diario il 10.VII.1926 commenta: «Dunque al dr. Šimrak è permesso scrivere su "Katolički List" e polemizzare - e come! -, e a me no... Non importa. Tutto ciò dall'inizio alla fine è alterato, sia quello che a me rimprovera, sia quello che adduce a difesa del Seniorato» (p. 188). Ritornando nel diario (p. 193, 30.XII.1926) sul proprio articolo, Kniewald annota che «è stato scritto d'intesa con il dr. M(erz)... Del resto, eravamo pienamente d'accordo in tutto, solo talvolta si trattava di scegliere una o l'altra formulazione più o meno opportuna. Senza riguardo ai dettagli, la questione in sostanza non può avere uno sviluppo diverso da quello esposto nell'articolo, se si vuole trovare una soluzione duratura. Ciò è stato dimostrato anche dalle decisioni della Conferenza episcopale, secondo le quali occorre riorganizzare  e il Seniorato e la Liga. Eppure (l'articolo) ha fortemente irritato il dr. Šimrak e il Seniorato. E' comprensibile, perché cambia la struttura del movimento cattolico, del Seniorato e della Liga. Il dr. Šimrak ha parlato sul "Katolički List" di ogni cosa, ma soprattutto è ricorso ad attacchi personali, solo non è entrato nel meritum della questione, bensì ha distorto tante cose». E infatti, leggendo ripetutamente l'articolo di Kniewald e l'attacco di Šimrak, si rimane stupiti del modo di polemizzare di quest'ultimo, tutt'altro che proprio di chi cerca solo la verità.

    [5] Pare che Petar Grgec abbia per primo usato il termine "Putsch", durante l'assemblea generale del Seniorato del 22 ottobre 1925: «A Krapanj è stato eseguito un Putsch». Cf. Sen. "Vjesnik" 1925, num. 6, del 9 novembre, p. 4. - Il prof. Gunčević era presente come conferenziere al corso di Krapanj (v. sopra, 4).

    [6] Kniewald non dice dove si trova l'originale di questa lettera. Se Merz l'ha scritta da Đakovo e a mano, si comprende che non si trovi nel suo Archivio.

    [7] Autografo in Arch. Merz, F1 - 41.

    [8] Per cortesia del prof. Radovan Grgec abbiamo alcune pagine del diario di suo padre, Petar Grgec, dove tra l'altro viene commentato questo fatto: «8.X.1926. Il rev.do sig. Krešimir Pećnjak ha chiesto l'altroieri al dr. Merz di dargli per iscritto che egli (Pećnjak) davanti a lui non ha detto quello che di lui afferma il rev.do sig. dr. Kniewald nella sua denuncia. Il dr. Merz gli ha promesso che l'avrebbe fatto, ma ieri ha detto di averci ripensato e che egli scriverà all'ecc.mo sig. arcivescovo, ma che al rev.do Pećnjak non darà nulla per iscritto. Il dr. Kniewald nella sua denuncia si appella al dr. Merz; il dr. Merz ha detto che non è vero quello che Kniewald dice di aver sentito da Merz, e adesso questa condotta prova solo che Merz è in qualche accordo con Kniewald. Denunciatore l'uno e l'altro? Del resto il dr. Merz già da tempo ha detto di essere d'accordo con tutto quello che Kniewald ha scritto contro di noi nel suo opuscolo. E' difficile combattere contro tali metodi, che usano il dr. Kniewald e il dr. Merz. Io condanno decisamente tali metodi, e li condannano anche tutti i miei compagni». - A onore del vero, questo caso che ha dato a Grgec l'occasione per "condannare i metodi di Kniewald e di Merz", messo nel contesto, non conferma affatto le sue deduzioni sul comportamento di Merz, come non le conferma l'abbondante documentazione storica di cui disponiamo. Se Merz, dopo aver riflettuto su quanto promesso a Pećnjak, ha deciso di rivolgersi direttamente all'Ordinariato, avrà avuto buone ragioni per farlo, né in questo c'è qualcosa di riprovevole; ciò che importa è che egli si è addossato la responsabilità oggettiva per il malinteso, sebbene dal contesto - che egli meticolosamente ricostruisce - appare chiaramente l'assenza di qualsiasi responsabilità soggettiva. Se poi Merz condivideva il giudizio di Kniewald su certe posizioni del Seniorato (in concreto si trattava dei tentativi del Seniorato di ostacolare l'introduzione dell'Azione Cattolica di Pio XI), per la storia ciò non è un demerito di Merz. - Quanto alla "denuncia" di Kniewald contro il Seniorato, per ragioni di spazio solo brevemente notiamo che, su richiesta dell'arcivescovo Bauer, Kniewald gli aveva dato certe informazioni, prima a voce poi in scritto, "sul lavoro del Seniorato contro di lui e altri vescovi". Bauer, dimenticando - come egli stesso poi riconobbe - che si trattava di informazioni personali, le diede al Seniorato. La questione finì davanti alla Conferenza Episcopale, con il risultato che la "denuncia" (e non si trattava di una denuncia ufficiale!) fu respinta e a Kniewald fu data una ammonizione per mancato rispetto dell'autorità episcopale! Kniewald negò la competenza del forum, che l'aveva condannato senza sentirlo, e la fondatezza della motivazione dell'ammonizio­ne, insistendo - nella lettera all'arcivescovo Bauer - che era stato proprio lui (Kniewald) - insieme con il dr. Merz, che però non menzionò - a mettere l'accento sull'autorità non solo della Santa Sede ma anche dei vescovi, cercando anche di rispettarla personalmente, il che intendeva fare anche in avvenire. L'arcivescovo Bauer, allora, ritirò l'ammonizione, a voce e per iscritto (nell'archivio di Kniewald si trova la relativa lettera originale di mons. Bauer a Kniewald, del 21 dic. 1926)! «Il povero arcivescovo ha dimenticato che la recente Conferenza Episcopale ha dato in tutto ragione a quello che io avevo sostenuto. Bisognava però colpire me e almeno per il futuro chiudermi la bocca...Il ruolo del dr. Sl(amić)» - commenta Kniewald (Diario, p. 193). - Nel frattempo, l'arcivescovo Šarić, alludendo alla presa di posizione della Conferenza Episcopale nei confronti di Kniewald, scrisse a Merz: «Mi saluti il dr. Kniewald! Egli accetterà tutto ciò in spiritu humilitatis. Egli è uomo di Sacrificio. Tali uomini attende la corona nei cieli. Io ho fatto quello che ho potuto. Anch'io ho inghiottito tante cose. Non c'è però vita senza sofferenza. Tutto servirà per il bene...» (lettera del 17.XI.1927, orig.in Arch. Merz, F53 - 19).

    [9] Vedi sopra, Introduzione a questo Cap., num. 2.

    [10] Sulla copia dattiloscritta di questo documento non figura il nome del destinatario, ma dal contesto si può affermare con certezza che la lettera fu indirizzata a Marica Stanković, della SHO; la sua compagna, a cui si allude alla fine della lettera ("voi ambedue..."), era Viktorija Švigir.